Monitoraggio – Semi di Scienza http://www.semidiscienza.it Wed, 01 May 2024 17:17:46 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.8.10 http://www.semidiscienza.it/wp-content/uploads/2019/01/cropped-Semi-di-scienza-1-32x32.png Monitoraggio – Semi di Scienza http://www.semidiscienza.it 32 32 Profili Antropici – confronto con i Comuni http://www.semidiscienza.it/2024/05/01/profili-antropici-confronto-con-i-comuni/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=profili-antropici-confronto-con-i-comuni http://www.semidiscienza.it/2024/05/01/profili-antropici-confronto-con-i-comuni/#respond Wed, 01 May 2024 17:17:46 +0000 http://www.semidiscienza.it/?p=2782 Recentemente si è concluso il progetto di Citizen Science “Profili Antropici– La plastica come misura del nostro tempo”, finanziato dall’8 per Mille Chiesa Valdese, di cui Semi di Scienza è capofila e Sons of The Ocean di Livorno partner. Abbiamo quantificato i rifiuti abbandonati su tre spiagge caratterizzate da diverse condizioni ambientali. I risultati preliminari sono stati condivisi con le tre amministrazioni comunali direttamente coinvolte nel progetto (Livorno, Vecchiano e Rosignano Marittimo).

Sabato 4 maggio 2024 continueremo a parlarne insieme all’esperto Paolo Azzurro (ANCI Emilia Romagna) per individuare alcune misure di regolamentazione che possono essere adottate dagli amministratori locali, al fine di prevenire la dispersione della plastica.

L’incontro si terrà presso la sala della biblioteca dei Bottini dell’Olio a Livorno, il giorno 4 maggio dalle ore 10:00 alle ore 11:15. Sarà aperto a tutta la cittadinanza, non solo agli addetti ai lavori.

Sarà un momento di condivisione e racconto di un’esperienza di Citizen Science e di possibili azioni politiche concrete in un clima partecipativo e collaborativo.

]]>
http://www.semidiscienza.it/2024/05/01/profili-antropici-confronto-con-i-comuni/feed/ 0
“Trec”, la prima spedizione europea per studiare l’impatto antropico sui mari e sulle regioni costiere, arriva in Italia, e fa tappa al Cnr di Pisa. http://www.semidiscienza.it/2024/04/17/trec-la-prima-spedizione-europea-per-studiare-limpatto-antropico-sui-mari-e-sulle-regioni-costiere-arriva-in-italia-e-fa-tappa-al-cnr-di-pisa/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=trec-la-prima-spedizione-europea-per-studiare-limpatto-antropico-sui-mari-e-sulle-regioni-costiere-arriva-in-italia-e-fa-tappa-al-cnr-di-pisa http://www.semidiscienza.it/2024/04/17/trec-la-prima-spedizione-europea-per-studiare-limpatto-antropico-sui-mari-e-sulle-regioni-costiere-arriva-in-italia-e-fa-tappa-al-cnr-di-pisa/#respond Wed, 17 Apr 2024 07:15:01 +0000 http://www.semidiscienza.it/?p=2776 15/04/2024

Pisa. Il Cnr è partner della spedizione “Traversing European Coastlines” (Trec), finalizzata allo studio approfondito degli ecosistemi costieri e coordinata dallo European Molecular Biology Laboratory (Embl) insieme alla Tara Ocean Foundation e allo European Marine Biology Resource Centre (Embrc). La spedizione, nel corso dei prossimi due anni, preleverà campioni in 120 siti in 21 Paesi europei. In Italia, i primi campionamenti saranno avviati in Toscana e i laboratori mobili di Trec sono ospitati presso l’Area della Ricerca del Cnr di Pisa.  La spedizione Trec combina attività scientifiche su terra e in mare su una scala senza precedenti. In Toscana, in particolare, gli scienziati e le scienziate che viaggiano con i laboratori mobili dell’ Embl e a bordo della goletta Tara, raccoglieranno campioni di acqua, suolo, sedimenti e aerosol nel Parco regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, in prossimità della foce del fiume Cecina, nel Parco della Maremma e nella riserva naturale statale Duna Feniglia (Orbetello, Gr), individuati come siti di rilevante interesse scientifico da studiare a livello internazionale. Trec è il primo progetto continentale che studia gli ecosistemi costieri e la loro risposta all’ambiente. I nostri mari e le nostre coste ospitano una ricchissima diversità di forme di vita e svolgono un ruolo fondamentale per la stabilità e la sostenibilità di ecosistemi più ampi. Tuttavia, le interferenze antropiche stanno portando a una perdita accelerata della diversità genetica delle specie e alla distruzione degli ecosistemi funzionali. I campioni biologici sono fragili: non appena una goccia d’acqua o una briciola di terreno vengono rimossi dal loro ambiente naturale, gli organismi al loro interno iniziano a cambiare. Per massimizzare l’integrità degli organismi e studiarli nel contesto del loro ambiente naturale, Trec porta il laboratorio ai campioni, anziché i campioni al laboratorio. La presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza commenta: “Il Cnr ha sempre fatto ricerche sul campo. Ora però, abbiamo strutture e mezzi di ricerca più evoluti; basti pensare alla nave oceanografica del Cnr, Gaia Blu. La spedizione Trec, grazie al partenariato internazionale di cui si compone, consentirà di dare una maggiore sistematicità alla raccolta di campionamenti, ed alla loro analisi ed avere quindi, dei database sempre più accurati”. La natura paneuropea di questo progetto implica che i campioni saranno prelevati in modo standardizzato. Ciò renderà possibile confrontare e sondare i dati in tutta Europa, superando le difficoltà dovute ai diversi sistemi di campionamento regionali o nazionali, in un modo che non era possibile in precedenza. Sempre a Pisa, nei giorni 2 e 3 maggio saranno organizzate attività divulgative per le scuole e il pubblico con l’obiettivo di far conoscere gli obiettivi della spedizione Trec e il lavoro di ricercatori e ricercatrici per la salvaguardia degli ambienti marino-costieri e della biodiversità: tali attività sono patrocinate dal Comune di Pisa.

Articolo pubblicato e condiviso dall’Ufficio Stampa dell’Area della Ricerca di Pisa – CNR

]]>
http://www.semidiscienza.it/2024/04/17/trec-la-prima-spedizione-europea-per-studiare-limpatto-antropico-sui-mari-e-sulle-regioni-costiere-arriva-in-italia-e-fa-tappa-al-cnr-di-pisa/feed/ 0
“Profili Antropici”: risultati del progetto http://www.semidiscienza.it/2023/12/31/si-e-concluso-il-progetto-di-citizen-science-profili-antropici/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=si-e-concluso-il-progetto-di-citizen-science-profili-antropici http://www.semidiscienza.it/2023/12/31/si-e-concluso-il-progetto-di-citizen-science-profili-antropici/#respond Sun, 31 Dec 2023 16:23:31 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=2635

Si è concluso il progetto di Citizen Science “Profili Antropici”, finanziato dall’8 per Mille Chiesa Valdese, grazie al quale abbiamo quantificato i rifiuti abbandonati su tre spiagge caratterizzate da diverse condizioni ambientali e di utilizzo da parte dei cittadini lungo la costa toscana e individuato possibili misure di regolamentazione che possono essere adottate dagli amministratori locali.

Le tre spiagge monitorate sono state Bocca di Serchio (Marina di Vecchiano, PI), Cala del Leone (LI), Lillatro (Rosignano, LI).

La maggior parte dei rifiuti trovati sono oggetti o frammenti di oggetti in plastica, e a ogni campionamento e in ogni spiaggia è stata superata la soglia precauzionale della Strategia marina europea per il buono stato ecologico: 20 rifiuti /100m.

L’inquinamento tossico da rifiuti di plastica mina la salute umana, contribuisce alla perdita di servizi ecosistemici e culturali e genera cambiamenti ambientali dannosi su larga scala e a lungo termine, mettendo a rischio la sostenibilità degli ecosistemi marini e costieri. Per essere affrontato, richiede l’adozione di misure normative a livello internazionale, nazionale e locale. L’identificazione degli oggetti maggiormente presenti nel marine litter è essenziale per definire le priorità delle politiche ambientali al fine di prevenire la dispersione della plastica e promuovere un’economia circolare.

Abbiamo condiviso i dati raccolti nell’ambito del progetto Profili Antropici con le tre amministrazioni comunali (Marina di Vecchiano, Livorno, Rosignano) e sottomesso un abstract per la X edizione del Simposio Internazionale “Il Monitoraggio Costiero Mediterraneo: problematiche e tecniche di misura” organizzato dall’Istituto di BioEconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IBE) in collaborazione con la Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale (SISEF), che si terrà a Livorno dall’11 al 13 Giugno 2024 presso il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo.

Di seguito i risultati del progetto in forma sintetica:

]]>
http://www.semidiscienza.it/2023/12/31/si-e-concluso-il-progetto-di-citizen-science-profili-antropici/feed/ 0
COP 28: lavori in corso http://www.semidiscienza.it/2023/12/13/cop-28-lavori-in-corso/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cop-28-lavori-in-corso http://www.semidiscienza.it/2023/12/13/cop-28-lavori-in-corso/#respond Wed, 13 Dec 2023 10:36:28 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=2630 Assieme a Lavinia Laiti, ingegnere ambientale ed osservatrice alla #COP28 per APPA, l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente della provincia di Trento, cerchiamo di mettere in evidenza quali sono i punti principali di interesse della COP 28 ad oggi in corso.
La COP 28, organizzata fra il 30 novembre e il 12 dicembre 2023, si tiene quest’anno a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.
Quali sono i temi caldi? che impatto sta avendo la scelta della sede sui negoziati? scopritelo insieme a noi!

Per guardare l’intervista: https://www.youtube.com/watch?v=rYZJ68HQnao

Consigliamo la visione dei contenuti pubblicati da Agenzia Stampa Giovani (http://www.stampagiovanile.it/) per monitorare lo svolgimento della COP, si tratta di un gruppo di giovani che assieme alla dott.ssa Laiti osservano l’andamento dei negoziati prima da remoto ed in seguito in presenza a Dubai.

]]>
http://www.semidiscienza.it/2023/12/13/cop-28-lavori-in-corso/feed/ 0
Accordo sulla plastica: ora serve ridurre i livelli insostenibili di produzione e consumo* http://www.semidiscienza.it/2022/03/09/accordo-sulla-plastica-ora-serve-ridurre-i-livelli-insostenibili-di-produzione-e-consumo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=accordo-sulla-plastica-ora-serve-ridurre-i-livelli-insostenibili-di-produzione-e-consumo http://www.semidiscienza.it/2022/03/09/accordo-sulla-plastica-ora-serve-ridurre-i-livelli-insostenibili-di-produzione-e-consumo/#respond Wed, 09 Mar 2022 08:35:02 +0000 http://www.semidiscienza.it/?p=1585 Il 2 marzo la quinta Assemblea dell’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEA5) ha raggiunto un accordo storico e concordato un mandato per negoziare un trattato legalmente vincolante che affronti l’intero ciclo di vita della plastica, dall’estrazione di petrolio e gas, alla produzione e smaltimento post-consumo. Un Comitato Internazionale di Negoziazione (INC) sarà incaricato di redigere e ratificare il trattato entro il 2024.

Ambiente, clima e salute: gli obiettivi del patto sulla plastica

Secondo l’accordo raggiunto dalle parti, il trattato coprirà l’inquinamento da plastica in ogni ambiente, terrestre e marino, e sarà accompagnato da un sostegno finanziario e tecnico, compreso un organismo scientifico che lo consiglierà. Il Comitato Internazionale di Negoziazione potrà aggiungere nuovi argomenti rilevanti che non sono stati discussi o che hanno ricevuto poca attenzione nei negoziati attuali, come gli impatti sul clima, le sostanze tossiche e la salute. Il mandato riconosce, per la prima volta in una risoluzione ambientale, i raccoglitori di rifiuti come importanti fonti di conoscenza e competenza il cui coinvolgimento sarà vitale per risolvere la crisi da rifiuti di plastica. Questo rappresenta un progresso innovativo per una transizione equa che avrà un impatto sulla vita di milioni di persone.
L’aspetto più significativo del mandato è quello di raccomandare misure per promuovere la produzione e il consumo sostenibili delle materie plastiche, compresi, tra l’altro, la progettazione dei prodotti e la gestione ecologica dei rifiuti, anche attraverso approcci di efficienza delle risorse e di economia circolare. A oggi la produzione di plastica è destinata a quasi quadruplicare entro il 2050 e a occupare il 10-13% del bilancio globale del carbonio, mettendo in pericolo la possibilità di contenere il riscaldamento terrestre entro 1,5°C.

In cerca di soluzioni vere per ridurre la produzione di plastica

Nei mesi e nei giorni precedenti l’UNEA5, la società civile ha mostrato un sostegno schiacciante per un trattato globale e vincolante sulla plastica, che è stato chiesto da oltre 1000 gruppi della società civile, 450 scienziati che lavorano sull’inquinamento da plastica, e più di un milione di individui in tutto il mondo. Così come nel caso di altre sfide ambientali globali quali la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico, la causa di fondo del problema dell’inquinamento da plastica è radicata negli attuali livelli insostenibili di produzione e consumo. Un trattato che metta delle restrizioni sulla produzione, l’uso o il design della plastica avrà un impatto sulle compagnie petrolchimiche che producono plastica vergine, e sui giganti dei beni di consumo che vendono migliaia di prodotti in imballaggi monouso. Durante le fasi di negoziazione del trattato sarà necessario continuare con la pressione della società civile per evitare che l’industria tenti di inserire false soluzioni e annacquare il trattato.


Il trattato dovrà promuovere la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative di riuso, ricarica, tradizionali e senza plastica, assicurando una base di prove sufficiente per evitare sostituzioni deplorevoli tra oggetti in plastica monouso e oggetti monouso fatti di altri materiali. Materiali alternativi ai polimeri plastici tradizionali possono infatti avere anch’essi impatti negativi sulla biodiversità e contribuire al riscaldamento terrestre tramite le emissioni durante il loro ciclo di vita. Le decisioni su come ridurre l’inquinamento da plastica dovranno essere basate su solide prove scientifiche.


L’inquinamento che deriva dalla sovrapproduzione di plastica è irreversibile. A causa dei suoi effetti tossici mette in pericolo la salute umana, contribuisce alla perdita di biodiversità, e aggrava il cambiamento climatico. Un trattato globale sulla plastica che aderisca al mandato dell’UNEA5 si unirebbe al protocollo di Montreal e all’Accordo di Parigi come una delle leggi ambientali internazionali più significative nella storia del mondo. Il lavoro è appena iniziato.

Autrice: Tosca Ballerini – membro del consiglio direttivo di Semi di Scienza

*articolo apparso precedentemente su Materia Rinnovabile

]]>
http://www.semidiscienza.it/2022/03/09/accordo-sulla-plastica-ora-serve-ridurre-i-livelli-insostenibili-di-produzione-e-consumo/feed/ 0
La qualità dell’aria indoor: un tema da approfondire http://www.semidiscienza.it/2020/09/14/la-qualita-dellaria-indoor-un-tema-da-approfondire/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-qualita-dellaria-indoor-un-tema-da-approfondire http://www.semidiscienza.it/2020/09/14/la-qualita-dellaria-indoor-un-tema-da-approfondire/#respond Mon, 14 Sep 2020 17:13:55 +0000 http://www.semidiscienza.it/?p=1148 Di: Matteo Bo, Politecnico di Torino e Circolo Legambiente “Il Platano” APS

Introduzione

Per chi è meno avvezzo alla materia, l’inquinamento atmosferico è prevalentemente associato ai blocchi del traffico che si verificano – con regolarità in numerose città italiane nei mesi più “rigidi” dell’anno – al superamento dei limiti giornalieri di particolato (PM10). A partire dagli anni 2000, la legislazione e le politiche internazionali (e nazionali) in materia si basano in prevalenza sulle reti di monitoraggio pubbliche dell’aria esterna. Sulla base dei dati raccolti giornalmente in alcuni punti del territorio, sono quindi adottate restrizioni normative e politiche d’azione di varia efficacia a tutela complessiva della salute della popolazione.

Soffermandosi maggiormente, pare evidente come la problematica della scarsa qualità dell’aria che respiriamo sia altresì frutto di un insieme di concause complesse quali: l’esistenza di una gamma di inquinanti nocivi per la salute dell’uomo; la presenza di sorgenti di emissione variabili nello spazio e nel tempo; la mutevolezza delle condizioni atmosferiche e ambientali in cui entriamo in contatto con l’aria inquinata; le caratteristiche individuali delle persone (età, sesso, altezza, stile di vita).

In questo contesto, la correlazione tra l’inquinamento in outdoor (aria esterna) e le ricadute sulla salute è stata ampiamente dimostrata (IARC, 2016). Tuttavia, le persone trascorrono la maggior parte del loro tempo (circa il 90%) in indoor, ovvero in ambienti chiusi (Brasche and Bischof, 2005). Per questo motivo, nonostante gli approcci tradizionali si riferiscano solitamente alle concentrazioni all’aperto, la valutazione delle concentrazioni negli ambienti indoor di lavoro e di vita è necessaria per valutare l’effettiva esposizione delle persone all’inquinamento atmosferico. In questa breve rassegna si riepilogano le principali caratteristiche dell’inquinamento indoor e si riassumono i principali risultati emersi dagli studi che hanno comparato le concentrazioni di particolato atmosferico in indoor e outdoor.

L’inquinamento indoor

La qualità dell’aria interna (IAQ) è definita come la condizione atmosferica all’interno degli edifici che si relaziona con la salute e il comfort degli occupanti (United Nations, 1997). I principali inquinanti indoor –classificati dall’OMS in fisici, chimici e biologici (WHO, 2010) – sono per lo più correlati alle abitudini delle persone e alla destinazione d’uso dei locali. Un elenco delle principali contaminazioni comuni alla maggior parte degli spazi interni è illustrato in tabella.

Tabella 1. Elenco dei principali contaminanti indoor.

Rispetto agli ambienti di vita, le sostanze inquinanti presenti nei luoghi di lavoro possono presentare concentrazioni più elevate e dipendono intrinsecamente dalle attività svolte al loro interno (materiali impiegati, metodi produttivi, settore di lavoro). Concentrandosi sul PM, i processi di combustione (es. cucina, fumo) e le attività di pulizia sono i più comuni responsabili del rilascio di particelle fini, ultrafini e nanoparticelle; al contrario, le frazioni più grossolane sono generalmente correlate alla risospensione da parte degli occupanti (Nazaroff, 2004). In anni recenti, la letteratura scientifica internazionale si è focalizzata sullo studio dei modelli di esposizione per studenti e insegnanti all’interno di scuole e università seguiti dagli studi su uffici, abitazioni, residenze per anziani e locali commerciali (Bo et al., 2017; Fuoco et al., 2015).

Cenni sulla correlazione tra inquinamento indoor e outdoor

Da questi studi emerge l’influenza dell’inquinamento outdoor sugli ambienti indoor. La IAQ può infatti risentire non solo dell’esistenza di fonti di emissione interna bensì anche di fenomeni di accumulo determinati da una ventilazione non idonea e dalla penetrazione di inquinanti provenienti dall’esterno (WHO, 2010). Si è infatti osservato come la concentrazione di inquinanti quali NO2 e PM possa essere superiore a quella esterna a causa delle fonti interne, di una gestione errata di temperatura e umidità e, nelle aree urbane, dell’influenza di elevate concentrazioni all’esterno (Hoek et al., 2008).

Nel grafico si riporta la statistica delle concentrazioni di particolato fine (PM2.5) e grossolano (PM10) misurate in simultaneo in indoor e outdoor a partire dai risultati di circa 130 articoli scientifici pubblicati tra il 2005 e il 2017 (Bo et al., 2017).

Figura 1. Confronto tra concetrazioni di particolato indoor e particolato outdoor.

L’eterogeneità dei valori che si osserva dal grafico è strettamente collegata ai diversi percorsi di infiltrazione e ai comportamenti aerodinamici del particolato all’interno degli ambienti. Ad esempio, si osserva una tendenza ad una minor penetrazione ed una maggior deposizione al suolo per le particelle più grossolane (Bo et al., 2019). Altri fattori alla base della variabilità dei valori di PM10 e PM2.5 sono rappresentati dal tipo di ventilazione (minor infiltrazione per quella meccanica rispetto a quella naturale), dalle condizioni meteorologiche esterne (minor infiltrazione durante precipitazioni, variabile a seconda dell’intensità e direzione del vento) e dalle caratteristiche architettoniche e l’età dell’edificio. Ne risulta che si possa osservare un’estesa variabilità delle concentrazioni indoor a seconda dei locali. Per esempio, uno studio di comparazione tra diversi edifici residenziali e commerciali a Pechino (Liu et al., 2004) ha evidenziato concentrazioni più elevate nei ristoranti, dormitori e aule studio, piuttosto che nei supermercati, aule computer, uffici e biblioteche. Questi valori possono variare a seconda delle caratteristiche sopra menzionate. Infatti, altri autori (Chatoutsidou et al., 2015; Diapouli, 2011) riportano differenze tra locali dello stesso edificio a seconda della disposizione e delle modalità d’uso.

Intuitivamente, in assenza di sorgenti interne intense (es. non occupazione del locale), gli studi mostrano una tendenza generale a concentrazioni esterne più elevate rispetto a quelle interne (misurate in simultanea). Viceversa, locali con sorgenti interne elevate possono riscontrare valori anche due-tre volte superiori rispetto all’esterno come dimostrato in zone stampa, aree fumatori e nel caso (estremo) di una stazione di ricerca nell’artico (Pagel et al., 2016; Vicente et al., 2017). Infine, nelle aree urbane, si osserva un incremento dei valori interni – a parità di condizione – qualora ci si posizioni a minor distanza da una sorgente esterna.

Conclusioni

In questa breve carrellata, abbiamo visto come il monitoraggio in continuo delle concentrazioni di alcuni inquinanti all’aperto risulti necessario quanto non sufficiente per un’azione mirata alla riduzione dell’esposizione personale. In questo senso, il quadro normativo nazionale e internazionale è ancora oggi carente sulla definizione dei limiti di qualità per l’aria negli ambienti indoor non lavorativi. Gli attuali limiti per gli ambienti di lavoro risultano definiti su soglie di alcuni ordini di grandezza più elevate rispetto all’outdoor e, soprattutto, ai valori guida consigliati dall’OMS (WHO, 2010).

Riferimenti:

Bo, M., Pognant, F., Clerico, M., 2019. Assessment of indoor mass and numerical concentrations of airborne particulate matter in a university fluid dynamics laboratory. Geoingegneria Ambientale e Mineraria 157, 56–60.

Bo, M., Salizzoni, P., Clerico, M., Buccolieri, R., 2017. Assessment of Indoor-Outdoor Particulate Matter Air Pollution: A Review. Atmosphere 8, 136. https://doi.org/10.3390/atmos8080136

Brasche, S., Bischof, W., 2005. Daily time spent indoors in German homes – Baseline data for the assessment of indoor exposure of German occupants. International Journal of Hygiene and Environmental Health 208, 247–253. https://doi.org/10.1016/j.ijheh.2005.03.003

Chatoutsidou, S.E., Ondráček, J., Tesar, O., Tørseth, K., Ždímal, V., Lazaridis, M., 2015. Indoor/outdoor particulate matter number and mass concentration in modern offices. Building and Environment 92, 462–474. https://doi.org/10.1016/j.buildenv.2015.05.023

Diapouli, E., 2011. Indoor and Outdoor Particle Number and Mass Concentrations in Athens. Sources, Sinks and Variability of Aerosol Parameters. Aerosol and Air Quality Research. https://doi.org/10.4209/aaqr.2010.09.0080

Fuoco, F.C., Stabile, L., Buonanno, G., Trassiera, C.V., Massimo, A., Russi, A., Mazaheri, M., Morawska, L., Andrade, A., 2015. Indoor Air Quality in Naturally Ventilated Italian Classrooms. Atmosphere 6, 1652–1675. https://doi.org/10.3390/atmos6111652

Hoek, G., Kos, G., Harrison, R., de Hartog, J., Meliefste, K., ten Brink, H., Katsouyanni, K., Karakatsani, A., Lianou, M., Kotronarou, A., Kavouras, I., Pekkanen, J., Vallius, M., Kulmala, M., Puustinen, A., Thomas, S., Meddings, C., Ayres, J., van Wijnen, J., Hameri, K., 2008. Indoor–outdoor relationships of particle number and mass in four European cities. Atmospheric Environment 42, 156–169. https://doi.org/10.1016/j.atmosenv.2007.09.026

IARC, 2016. International Agency for Research on Cancer (IARC) monographs on the evaluation of carcinogenic risks to humans, volume 109. Outdoor air pollution. Lyon, France [WWW Document]. URL http://monographs.iarc.fr/ENG/Monographs/vol109/index.php (accessed 7.12.16).

Liu, Y., Chen, R., Shen, X., Mao, X., 2004. Wintertime indoor air levels of PM10, PM2.5 and PM1 at public places and their contributions to TSP. Environment International 30, 189–197. https://doi.org/10.1016/S0160-4120(03)00173-9

Nazaroff, W.W., 2004. Indoor particle dynamics. Indoor Air 14, 175–183. https://doi.org/10.1111/j.1600-0668.2004.00286.x

Pagel, É.C., Reis, N.C., Alvarez, C.E. de, Santos, J.M., Conti, M.M., Boldrini, R.S., Kerr, A.S., 2016. Characterization of the indoor particles and their sources in an Antarctic research station. Environ Monit Assess 188, 167. https://doi.org/10.1007/s10661-016-5172-z

United Nations (Ed.), 1997. Glossary of Environment Statistics, Studies in methods. Series F. United Nations, New York.

Vicente, E.D., Ribeiro, J.P., Custódio, D., Alves, C.A., 2017. Assessment of the indoor air quality in copy centres at Aveiro, Portugal. Air Qual Atmos Health 10, 117–127. https://doi.org/10.1007/s11869-016-0401-8

WHO, 2010. WHO | Guidelines for Indoor Air Quality: selected pollutants [WWW Document]. URL http://www.euro.who.int/en/health-topics/environment-and-health/air-quality/publications/2010/who-guidelines-for-indoor-air-quality-selected-pollutants (accessed 5.12.17).

]]>
http://www.semidiscienza.it/2020/09/14/la-qualita-dellaria-indoor-un-tema-da-approfondire/feed/ 0
Un progetto di Citizen Science per lo studio della plastisfera del Mediterraneo http://www.semidiscienza.it/2019/08/06/un-progetto-di-citizen-science-per-lo-studio-della-plastisfera-del-mediterraneo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=un-progetto-di-citizen-science-per-lo-studio-della-plastisfera-del-mediterraneo http://www.semidiscienza.it/2019/08/06/un-progetto-di-citizen-science-per-lo-studio-della-plastisfera-del-mediterraneo/#respond Tue, 06 Aug 2019 09:10:08 +0000 http://www.semidiscienza.it/?p=611 Il Mare Mediterraneo rappresenta l’1% della superficie dell’oceano globale e lo 0,3% del volume. È un mare ricco in biodiversità: l’11% delle specie marine conosciute vive qui, tra cui balenottere comuni, capodogli, tursiopi, stenelle, globicefali e altre 15 specie di mammiferi marini, ovvero il 25% di tutte le specie di cetacei del mondo.

Però il Mediterraneo è anche molto impattato dalle attività umane: il 25% del traffico marittimo e il 30% del traffico petroliero mondiale passa da qui. Sulle sue rive si affacciano 23 paesi e il 30% dei turisti lo scelgono come destinazione di vacanza.

Secondo un rapporto del WWF pubblicato a giugno, ogni anno entrano nel Mediterraneo 0,57 milioni di tonnellate di plastica, una quantità equivalente a rilasciare in mare 33800 bottiglie di plastica ogni minuto.  Senza un’azione di contrasto da parte degli stati, la quantità di rifiuti plastici generati ogni anno quadruplicherà da qui al 2050.

Ricerche scientifiche hanno dimostrato che alla superficie del Mediterraneo c’è una delle più alte concentrazioni di microplastiche del globo: circa il 7% degli oltre 5 miliardi di frammenti plastici che galleggiano sugli oceani del globo si trovano qui, ovvero circa 4 volte di più che nel vortice del Pacifico Nord (conosciuto impropriamente come “isola di plastica del Pacifico”). Sui fondali del Mediterraneo ci sono centinaia di macro rifiuti per chilometro quadrato, per un totale di circa 500 milioni di oggetti, di cui il 50 – 70% sono in plastica.

Nel 2009 l’associazione francese Expédition MED (www.expeditionmed.eu) ha iniziato un laboratorio di Citizen Science per studiare l’inquinamento da microplastiche. Durante le campagne estive ogni settimana da 5 a 6 volontari partecipano ad una campagna di ricerca scientifica per raccogliere campioni di frammenti di rifiuti plastici che galleggiano alla superficie.

Per i prelievi utilizziamo una rete manta e conserviamo i campioni a bordo per vari tipi di studio: 1) conteggio dell’abbondanza totale dei frammenti plastici alla superficie del mare; 2) analisi chimica per determinare il tipo di polimero; 3) studio del DNA dei microorganismi che colonizzano la plastica, la cosiddetta plastisfera.
I nostri partener scientifici principali sono ricercatori dell’Istituto per la Ricerca Marina dei Paesi Bassi, l’Università di Mons in Belgio, l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) in Italia.

Quest’anno navighiamo su Free Soul, una barca a vela in acciaio di 17 metri e abbiamo un drone sottomarino che abbiamo vinto tramite la Science Exploration Education (S.E.E.) Initiative.

Per saperne di più sull’inquinamento da plastica nel Mediterraneo, la plastisfera e la vita su una barca a vela nell’ambito di un laboratorio di Citizen Science, potete seguire il blog della nostra campagna Sailing in the plastic sea (https://openexplorer.nationalgeographic.com/expedition/sailingintheplasticsea).

Tosca Ballerini, Ricercatrice e giornalista indipendente, specializzata in scienze, ambiente e analisi dati.

]]>
http://www.semidiscienza.it/2019/08/06/un-progetto-di-citizen-science-per-lo-studio-della-plastisfera-del-mediterraneo/feed/ 0