Energie – Semi di Scienza http://www.semidiscienza.it Wed, 13 Mar 2024 12:38:37 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.8.10 http://www.semidiscienza.it/wp-content/uploads/2019/01/cropped-Semi-di-scienza-1-32x32.png Energie – Semi di Scienza http://www.semidiscienza.it 32 32 Obiettivo Carbon Neutrality – Divulgare la complessità http://www.semidiscienza.it/2022/09/15/obiettivo-carbon-neutrality/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=obiettivo-carbon-neutrality http://www.semidiscienza.it/2022/09/15/obiettivo-carbon-neutrality/#respond Thu, 15 Sep 2022 19:21:16 +0000 http://www.semidiscienza.it/?p=1739

Il 27 e il 28 settembre presso la sede centrale del CNR a Roma, si terrà la conferenza nazionale organizzata da ICOS Italy Obiettivo Carbon Neutrality: ruolo, stato e prospettive delle osservazioni ambientali.

La conferenza costituirà un momento di confronto su uso, sfide, opportunità e ruolo delle misure di alta qualità raccolte dalle diverse Infrastrutture di Ricerca per raggiungere gli obiettivi di carbon neutrality, necessari a contrastare l’emergenza climatica.

Semi di Scienza sarà presente con Yuri Galletti e Luciano Celi che presenteranno il poster Divulgare la complessità.

Mercoledì 28 settembre 2022

Roma, Piazzale Aldo Moro 7

Scarica il poster Divulgare la complessità

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Nucleare sostenibile? http://www.semidiscienza.it/2021/11/17/nucleare-sostenibile/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=nucleare-sostenibile http://www.semidiscienza.it/2021/11/17/nucleare-sostenibile/#respond Wed, 17 Nov 2021 18:06:52 +0000 http://www.semidiscienza.it/?p=1490

Risuonano con crescente insistenza le sirene del nucleare. Persino Ursula von der Leyen è giunta ad ammettere che energia atomica – e metano – possono essere inclusi nella “tassonomia UE”, la lista che identifica il ventaglio di opzioni considerate “verdi” nell’ambito della transizione energetica. «Accanto alle rinnovabili» ha sostenuto infatti la presidente della Commissione UE «abbiamo bisogno di una fonte stabile, il nucleare, e durante la transizione, del gas naturale».

Energia nucleare e metano come fonti di energie “verdi” e sostenibili, quindi? Qualche dubbio c’è.

Cominciamo dal nucleare. Innanzitutto, occorre chiarire di che cosa si parla. Delle vecchie centrali – parenti di quelle di Chernobyl e di Fukushima – ora in funzione, oppure delle “nuove” tecnologie tanto osannate negli ultimi mesi, come i reattori di IV generazione, o persino la fusione nucleare?

Nucleare di IV generazione. Questa “nuova frontiera” della fissione nucleare è stata pensata per migliorare la Terza generazione avanzata (III+) in termini di sostenibilità, economicità, sicurezza e affidabilità, riduzione della produzione di scorie radioattive, resistenza alla proliferazione nucleare e protezione fisica. Ma si tratta ancora di un progetto che, a vent’anni dal suo lancio, non si è ancora concretizzato, e che secondo i suoi stessi sostenitori avrà bisogno ancora di diversi anni per raggiungere l’obiettivo.

Fusione nucleare. Celebrata come la soluzione definitiva per la produzione eterna di energia pulita, ancora oggi assomiglia più a un grande sogno che a una concreta possibilità. Decenni di sperimentazioni e investimenti miliardari spesi nel tentativo di riprodurre sulla Terra la stessa reazione che nutre il Sole da miliardi di anni, infatti, non sono ancora riusciti a far approdare a un prototipo funzionante, in grado di generare più energia di quella richiesta per il suo funzionamento.

Quindi per questo “nuovo” nucleare si deve aspettare, ma sappiamo bene che non c’è tempo da sprecare. Senza parlare del fatto che la mera costruzione di nuove centrali implicherebbe una notevole emissione di CO2. E sorvolando sui costi astronomici.

Restano le “vecchie” centrali, quelle che producono quantità ingenti di scorie per le quali non si è ancora trovato un luogo di stoccaggio definitivo, non solo in Italia, ma neanche negli Stati Uniti o in Francia (che sta pensando di sotterrarle in Siberia). Sono da considerarsi sostenibili?

Quindi, di che cosa si sta parlando?

Di sicuro c’è che bisogna fare in fretta: la transizione deve iniziare subito con il massimo degli investimenti indirizzati a tecnologie davvero verdi. Un solo esempio: la ricerca sui sistemi di accumulo necessari per garantire continuità alle forniture di energia eolica o solare.

La prossima volta si parlerà di sostenibilità del metano. Per ora, per chi volesse approfondire l’argomento “nucleare”, ecco qualche link:

PER SAPERNE DI PIU’

https://www.repubblica.it/politica/2021/09/05/news/nucleare_impianti_sicurezza_dodaro_enea-316530099/

https://www.corrierenazionale.net/il-nucleare-senza-emissioni-di-co2-una-grande-bufala/?fbclid=IwAR3YptwRhGjnDYgOjQ8d1OTwSXsrlIlmqUZcS5kXQjAh_Ti6uozQHIXnszs

https://www.assonucleare.it/evoluzione-della-tecnologia-nucleare

https://thebulletin.org/2017/04/fusion-reactors-not-what-theyre-cracked-up-to-be/

https://thebulletin.org/2018/02/iter-is-a-showcase-for-the-drawbacks-of-fusion-energy/

Autrice: Cinzia Tromba – membro del direttivo e responsabile gruppo Cambiamo

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L’esaurimento delle risorse e le renne dell’isola di San Matteo http://www.semidiscienza.it/2019/07/22/lesaurimento-delle-risorse-e-le-renne-dellisola-di-san-matteo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=lesaurimento-delle-risorse-e-le-renne-dellisola-di-san-matteo http://www.semidiscienza.it/2019/07/22/lesaurimento-delle-risorse-e-le-renne-dellisola-di-san-matteo/#respond Mon, 22 Jul 2019 12:27:39 +0000 http://www.semidiscienza.it/?p=606 Ciò che sorprende dello studio legato al depauperamento delle risorse naturali è la constatazione di quanto questo aspetto abbia poca visibilità sui media. Mentre veniamo – e per fortuna! – costantemente martellati ormai sulla questione climatica e su quanto l’Umanità abbia delle responsabilità importanti su questo (al punto che una nuova era è stata definita dagli studiosi, quella dell’Antropocene), nulla o quasi viene detto sull’irresponsabile uso che la nostra società fa dell’energia.

Sarà che l’energia è un concetto tanto importante quanto fuggevole, ma, nonostante il rapporto tra il clima (e il suo cambiamento repentino) e la smodata combustione di energia fossile sia piuttosto evidente, dell’uno si parla e dell’altro no. Uno dei motivi è che l’energia tende a essere visto come un argomento scomodo e soprattutto senza una soluzione facile da attuare. Non che mitigare gli effetti sul clima abbia un modo semplice per essere gestito, ma almeno si intravvedono all’orizzonte delle possibili soluzioni, anche se scomode, come dover cambiare il nostro stile di vita.

Un esempio sull’energia – da intendersi qui nell’accezione più generale del termine e, in primis, quella di base: il cibo – può aiutarci a comprendere la situazione nella quale, come umanità, ci siamo cacciati. Questo aneddoto è una storia vera, una cosa accaduta realmente.

In piena seconda guerra mondiale, nel 1944, la Guardia Costiera statunitense decide di colonizzare temporaneamente un’isola remota, uno “scoglio” che aveva acquisito, nella contingenza del conflitto in corso, una importanza strategica legata alla sua posizione: nel mezzo del mare di Bering questa roccia di 357 km quadrati costituiva un punto strategico alla navigazione della marina militare. Decisero così di inviare un contingente di uomini: tecnici che montassero le apparecchiature, soldati che difendessero la posizione e, in via cautelativa… 29 renne. La cautela era d’obbligo: la guerra non sia sapeva che piega avrebbe preso e anche solo le condizioni climatiche proibitive (siamo pur sempre a latitudini quasi artiche) avrebbero potuto impedire i rifornimenti di viveri necessari.

Le cautele si rivelarono inutili: la guerra finì qualche mese dopo, gli uomini smontarono tutte le apparecchiature, una nave arrivò a prenderli e le renne, in un habitat a loro congeniale, furono liberate dal recinto e il mondo si dimenticò di loro fino al 1957, quando un gruppo di ricercatori visitò l’isola. Fecero una sommaria conta delle renne. Quante ne trovarono? Circa 1.350. L’ambiente favorevole e la totale assenza di predatori permisero alla popolazione un enorme sviluppo. Tutte erano in buona salute. Nel 1963 i ricercatori tornano di nuovo sull’isola e, ancora una volta, fanno una stima della popolazione. Nel giro di 6 anni la popolazione era passata da 1.350 a 6.000 capi. Il cibo “di qualità” (i licheni) per tutti cominciava a scarseggiare e quindi gli animali mangiavano l’erba, meno nutritiva. Ma il tasso di rigenerazione di una risorsa per sua natura rinnovabile (erba e licheni) era, data la popolazione, inferiore a quello con cui la risorsa stessa veniva consumata. Nel 1966 i ricercatori tornarono per la terza volta e non fu difficile fare la conta: le renne sopravvissute erano 42, di cui 41 femmine e 1 solo maschio. In capo a soli 3 anni le renne morirono tutte di fame e, possiamo suppore, tra indicibili sofferenze. Chi rimase faceva vita grama e la popolazione si estinse definitivamente intorno ai primi anni ’80. È facile immaginare che l’isola di San Matteo sia la Terra: nulla arriva “da fuori” e possiamo far conto solo quel che il Sole ci assicura attraverso l’irraggiamento. Noi siamo le renne: da lungo tempo abbiamo sconfitto gli eventuali “predatori naturali” – e in questo si comprendono anche i virus e i batteri che nei secoli passati hanno decimato la popolazione mondiale – ma le risorse energetiche e minerarie che abbiamo (identificabili con il cibo delle renne), siano esse rinnovabili o non rinnovabili, non sono infinite. Come abbiamo visto, se sfruttate troppo intensamente anche le risorse rinnovabili si trasformano in non rinnovabili. La questione climatica è senz’altro fondamentale, ma nell’ordine delle priorità umane è probabile che questa possa arrivare dopo quella energetica, soprattutto se continueremo a consumare mediamente così tanto.

Luciano Celi – Istituto per i Processi Chimico-Fisici, CNR di Pisa e Socio di Semi di Scienza

(http://www.cnr.it/people/luciano.celi)

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Discorsi “energetici” http://www.semidiscienza.it/2019/02/26/discorsi-energetici/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=discorsi-energetici http://www.semidiscienza.it/2019/02/26/discorsi-energetici/#respond Tue, 26 Feb 2019 13:10:20 +0000 http://www.semidiscienza.it/?p=382 Il nostro sistema socioeconomico è quasi interamente basato sull’impiego dei combustibili fossili, che ci forniscono grandi quantità di energia altamente concentrata. Questo tipo di energia è  indispensabile per far funzionare la nostra società così come la conosciamo. Le energie rinnovabili al contrario ci possono fornire soltanto energia elettrica distribuita uniformemente sul territorio. Rispetto alla densità di potenza dei combustibili fossili, quella delle rinnovabili è da due a tre ordini di grandezza inferiore.

Per poter effettuare una transizione da fossili a rinnovabili, occorre quindi  riprogettare completamente il nostro modello, ma il tempo per attuare questa trasformazione è pochissimo, e la costruzione di nuove infrastrutture richiede dei grandi investimenti di energia, che dovrebbe essere sottratta al metabolismo dell’attuale socioeconomia, che viceversa ne sta richiedendo continuamente della nuova.

A questo problema si deve sommare il nostro crescente fabbisogno di minerali, che stanno man mano diminuendo le loro concentrazioni, obbligandoci ad impiegare quantità di energia sempre maggiori per poter estrarre ogni singola unità di prodotto. Attualmente circa il 10% di tutta l’energia primaria usata nel mondo viene impiegata per estrarre i minerali.

Inoltre, l’impiego massiccio dell’elettronica che è onnipresente in tutte le moderne tecnologie ha reso indispensabile l’impiego di un grande numero di materie prime completamente nuove. Questi minerali sono spesso rari o si trovano mescolati con altri, e richiedono grandi quantità di energia e processi molto complessi per poter essere ricavati. La stessa produzione di energia rinnovabile dipende dalla disponibilità di queste nuove materie prime, che rappresentano un fattore estremamente critico per la diffusione capillare di nuove tecnologie.

Quando si progettano nuovi modelli occorre anche considerare che i processi di digitalizzazione non sono così immateriali come potrebbe sembrare: l’infrastruttura della rete consuma attualmente circa il 10% di tutta l’energia elettrica disponibile, e dato che approssimativamente il traffico dati raddoppia ogni venti mesi, anche il consumo di energia tende a seguire lo stesso trend.

Occorre infine tener conto che nella scala delle pericolosità geopolitiche, le guerre per il controllo dei minerali strategici si trovano oggi ai primi posti. Ci sono infatti filiere molto complesse e non tracciabili come ad esempio la produzione di tantalio che sono la fonte di finanziamento per il traffico di armi che finiscono poi in mano ai guerriglieri e ai terroristi.

Ma quanto ci costa l’energia? Ce la faremo un giorno ad avere un sistema rinnovabile e sostenibile?

Dott. Yuri Galletti

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