{"id":616,"date":"2019-08-19T08:58:28","date_gmt":"2019-08-19T08:58:28","guid":{"rendered":"http:\/\/www.semidiscienza.it\/?p=616"},"modified":"2019-08-19T15:17:42","modified_gmt":"2019-08-19T15:17:42","slug":"questione-di-reti-di-biodiversita-e-aree-protette","status":"publish","type":"post","link":"http:\/\/www.semidiscienza.it\/2019\/08\/19\/questione-di-reti-di-biodiversita-e-aree-protette\/","title":{"rendered":"“Questione di “reti”: di biodiversit\u00e0 e aree protette”"},"content":{"rendered":"\n

Pochi mesi fa l\u2019IPBES, il panel intergovernativo ONU su\nbiodiversit\u00e0 e servizi ecosistemici, ha pubblicato un rapporto sullo stato di\nsalute della biodiversit\u00e0 mondiale che \u00e8 stato accolto con molta comprensibile\npreoccupazione. Secondo i 145 esperti provenienti da tutto il mondo, che per\nconfezionare il report hanno revisionato circa 15.000 fonti scientifiche e\ngovernative, un milione di specie, tra animali e vegetali, sono a rischio\nestinzione in un prossimo futuro. La biodiversit\u00e0, ossia la ricchezza vivente\ndi un dato luogo, ci arricchisce e dona vita in vario modo: tutto ci\u00f2 che\nmangiamo, l’acqua potabile che beviamo, l’aria che respiriamo, i nostri\npassatempi, le mete dei nostri viaggi, la nostra salute e talvolta anche il\nnostro lavoro hanno a che fare con un buono stato di salute di questa finita\nricchezza.<\/p>\n\n\n\n

 Quali sono le azioni\nche logorano e indeboliscono la fitta trama di connessioni di tutto questo\nimportantissimo patrimonio naturale? La distruzione dei territori,\nl’introduzione di specie altamente invasive, l’inquinamento dei mari, del\nsuolo, dell’aria, la crisi climatica in atto sono tra i maggiori attori\nprotagonisti della perdita di biodiversit\u00e0, dell’allentamento della rete\nvivente e di tutte le sue connessioni. Per rallentare questo continuo declino\nabbiamo creato (e dobbiamo necessariamente continuare a farlo) delle aree che\nmirino non solo alla protezione degli ambienti naturali pi\u00f9 in pericolo e\nmaggiormente rari, ma anche ad una necessaria armonizzazione delle attivit\u00e0\numane in rapporto alla Natura che si vuole tutelare: i parchi naturali, quelli\nregionali e nazionali, le aree e le riserve protette, le zone umide, le aree\nmarine protette, i Siti di Importanza Comunitaria e le Zone di Protezione\nSpeciale. In tutta Italia, queste aree arrivano a coprire circa il 19% della\nsuperficie nazionale con importanti ricadute positive sui territori locali in\ncui sono state istituite come la protezione dal dissesto idrogeologico, la\ndifesa dagli eventi estremi, l’influsso positivo sulla psicologia e il\ncomportamento personale e molto altro.<\/p>\n\n\n\n

La necessit\u00e0 di creare e gestire parchi e aree protette \u00e8\nribadito con chiarezza dall\u2019articolo 8 della Convenzione Internazionale sulla\nBiodiversit\u00e0 e dall\u2019Obiettivo 7 del Millennium\nDevelopment<\/em>. Ad oggi il 12% della superficie del Pianeta \u00e8 riconosciuta\ncome area protetta, una percentuale positiva ma piena di lacune: non tutti gli\necosistemi infatti sono protetti in modo adeguato e molte aree protette non\nsono gestite o lo sono soltanto parzialmente, o addirittura mancano gli\nstrumenti di tutela. Per questo motivo non basta soltanto aumentare la\nsuperficie protetta, ma dobbiamo far si che queste aree ricevano fondi\nopportuni e che lavorino bene per il mantenimento del patrimonio naturale. In\npi\u00f9 servirebbe che anche nelle citt\u00e0 e nelle periferie prendesse piede il\nlogico pensiero di unire, tramite corridoi ecologici, i vari parchi cittadini e\nle aree verdi e loro ai grandi parchi e riserve di cui si parlava prima.\nCreando un’idea tangibile di Parco \u201cdiffuso\u201d anche all’interno di quello che \u00e8\noggi chiamato \u201cecosistema urbano\u201d. Anche a livello legislativo, non soltanto\nper l’Italia, ma anche per l’Unione Europea \u00e8 importante che gli strumenti\nlegislativi come la Direttiva Habitat e la Direttiva Uccelli non siano indeboliti,\nma che anzi, vengano messi maggiormente in atto. <\/p>\n\n\n\n

E infine una provocazione: \u201cChiss\u00e0 se arriveremo mai a veder realizzato l’auspicio necessario che il biologo E. Wilson propone nel suo pi\u00f9 recente lavoro \u201cMet\u00e0 della Terra\u201d: la soluzione apparentemente estrema di destinare il 50% della superficie del pianeta (oceani inclusi) alla natura. Niente essere umano, artifici, tecnologia, solo natura. Creare una \u201crete globale di riserve inviolabili che coprano met\u00e0 della superficie della Terra\u201d. La proposta \u00e8 affascinante e, immaginiamo, al momento irrealizzabile. Eppure nasce da precisi ragionamenti tecnici (\u201cuna soluzione commisurata alla gravit\u00e0 del problema\u201d, dice Wilson) e porta con se un principio fondamentale, di assoluta evidenza: se nel mondo esistono decine di milioni di specie viventi, di cui una \u00e8 Homo sapiens, la divisione 50 e 50 (50% all’essere umano e 50% a tutte le altre) \u00e8 cos\u00ec insensata?”<\/p>\n\n\n\n

Andrea Somma, naturalista e membro nazionale del direttivo della LIPU.<\/em><\/p>\n\n\n\n

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