{"id":876,"date":"2020-03-03T13:58:09","date_gmt":"2020-03-03T13:58:09","guid":{"rendered":"http:\/\/www.semidiscienza.it\/?p=876"},"modified":"2020-03-03T13:58:09","modified_gmt":"2020-03-03T13:58:09","slug":"anatomia-della-balena-e-delle-risorse-energetiche","status":"publish","type":"post","link":"http:\/\/www.semidiscienza.it\/2020\/03\/03\/anatomia-della-balena-e-delle-risorse-energetiche\/","title":{"rendered":"Anatomia della balena (e delle risorse energetiche)"},"content":{"rendered":"\n
1. Lo zeitgeist<\/em><\/strong><\/p>\n\n\n\n Leggere \u2013 o rileggere, a seconda dei casi \u2013 il pi\u00f9 celebre romanzo\ndel \u201cRinascimento americano\u201d, Moby Dick,\no La balena<\/em> di Herman Melville pu\u00f2 essere arduo: il linguaggio \u00e8 \u201cbarocco\u201d\nagli occhi di noi moderni; le digressioni, per noi, \u201cuomini sempre senza\ntempo\u201d, possono essere sfinenti e poi\u2026 la Balena \u2013 vagheggiata, cacciata, immaginata,\nsognata come in incubo da Achab \u2013 arriva in ultimo e fa quello che deve,\ndisintegrando il Pequod<\/em> e uccidendo\ntutti, tranne la voce narrante che ci accompagna per tutto il romanzo, quella di\nIsmaele \u2013 possiamo tranquillamente fare spoiler, sono passati 169 anni.<\/p>\n\n\n\n Il romanzo, denso di riferimenti biblici \u2013 rilevati puntualmente\nnella sempreverde traduzione autorevole di Cesare Pavese, ripubblicata nella\nrecente edizione Adelphi \u2013 \u00e8, in questo senso (nel senso della cruenza della\nvita di mare, delle battaglie che questi uomini conducevano con il \u201cleviatano\u201d,\nil mostro marino[1]<\/a>)\nveterotestamentario: non c\u2019\u00e8 spazio per la piet\u00e0 e le cose accadono (o non\naccadono) come se la volont\u00e0 divina fosse sempre l\u00ec ben presente e netta a\ndirimere le questioni senza incertezze. Ma chi si aspetti un romanzo\nd\u2019avventura o picaresco ha sbagliato libro: qui, si diceva, le digressioni non\nsi contano e il romanzo stesso \u2013 nel solco di una tradizione ben nota che passa\nattraverso Le mille e una notte<\/em> e il Decameron<\/em> \u2013rinvia fino alle ultime\npagine l\u2019esito di quel che accadr\u00e0.<\/p>\n\n\n\n Delle digressioni, quelle che ci sembrano scritte oggi e contribuiscono\na fare di Moby Dick<\/em> un classico, una\nriguarda il cibo e il rapporto cruento che, allora come ora, gli esseri umani\nhanno con le bestie che mangiano:<\/p>\n\n\n\n [\u2026] non \u00e8 forse soltanto a causa dell\u2019estrema untuosit\u00e0 della balena che la gente di terra sembra considerare con ripugnanza il cibarsene. Sembra che in qualche modo ci\u00f2 risulti dalla considerazione surriferita: che un uomo, cio\u00e8, mangi di una creatura marina appena uccisa, e per di pi\u00f9 ne mangi alla sua stessa luce. Ma senza dubbio, il primo uomo che uccise un bue venne considerato assassino; magari venne impiccato; e se fosse stato processato da buoi, impiccato lo sarebbe stato di certo; e certo se lo sarebbe meritato, se un assassino si merita questo. Andate al mercato della carne la notte d\u2019un sabato e guardate i mucchi di bipedi vivi che stanno a contemplare le lunghe file di quadrupedi morti. Non fa cadere i denti della mascella di un cannibale quello spettacolo? Cannibali? E chi non \u00e8 cannibale? Vi dico che la passer\u00e0 pi\u00f9 liscia il figiano che abbia messo in sale nella sua cantina un magro missionario per far fronte a una carestia imminente; la passer\u00e0 pi\u00f9 liscia quel previdente figiano, vi dico, nel giorno del Giudizio, che non toccher\u00e0 a te, incivilito e illuminato ghiottone, che inchiodi a terra le oche e banchetti di p\u00e2t\u00e9 de foie gras coi loro fegati gonfi.<\/em><\/p>\n\n\n\n Ma Stubb, Stubb mangia la balena alla luce del suo olio, no? e ci\u00f2 si chiama aggiungere al danno le beffe, vero? Da\u2019 un occhio al manico del tuo coltello, o incivilito e illuminato ghiottone che stai pranzando con bue arrosto; di che cos\u2019\u00e8 fatto quel manico? di che cosa, se non delle ossa del fratello del bue che stai mangiando? e con che cosa ti stuzzichi i denti, dopo che hai divorato quell\u2019oca grassa? Con una piuma dello stesso volatile. E con che penna scrisse le sue circolari il segretario della Societ\u00e0 per la Soppressione delle Crudelt\u00e0 usate alle Oche? \u00c8 appena un mese, al massimo due, che quella Societ\u00e0 ha votato una decisione di non tollerare altre penne che d\u2019acciaio.<\/em>[2]<\/em><\/a><\/p>\n\n\n\n Un duro giudizio morale che si potrebbe applicare ancora\noggi. E una visione \u2013 alimentata proprio dal \u201clibro dei libri\u201d, la Bibbia \u2013\nsecondo cui, almeno riferendoci a una interpretazione (diffusa) di alcuni\npassi, l\u2019uomo \u00e8 al vertice di una presunta piramide del creato: Dio, si legge\nin Genesi 2:18-24, vide l’uomo solo, e come prima compagnia gli cre\u00f2 gli\nanimali. Ma l’uomo non vi si riconobbe. Anzi imponendo loro i nomi, secondo le\ncategorie antiche, l\u00ec si vuol dire che l’uomo \u00e8 diverso, superiore e \u201cquasi\u201d\ncreatore del senso che gli animali debbono avere nell’habitat umano. Ecco il\nnocciolo della questione: l’animale \u00e8 creato per esser d’aiuto all’uomo, per il\nsuo vivere mondano, ma \u00e8 un livello diverso, inferiore, subalterno. Tant’\u00e8 che\ndopo il test dell’imposizione dei nomi, Dio riconosce che l’uomo \u00e8 ancora solo\ne l’uomo stesso \u00abnon trov\u00f2 [in essi] un aiuto che gli fosse simile\u00bb (Ibid.<\/em>, v. 20). Dobbiamo aspettare\nl\u2019arrivo di Francesco d\u2019Assisi per capovolgere la prospettiva e tornare ad\nessere creature (senzienti e quindi, almeno in teoria, responsabili) tra le\ncreature.<\/p>\n\n\n\n Ma, che fossero \u201ctempi duri\u201d, era indubbio: la natura, prima\ndi essere completamente soggiogata \u2013 attraverso scienza e tecnica \u2013 ai voleri\ndell\u2019umanit\u00e0, era matrigna e se da un lato dava, dall\u2019altro pre(te)ndeva,\ntalvolta anche molto. Se ci si pensa stiamo parlando di meno di due secoli fa\neppure, per come \u00e8 evoluta la storia nel seguito, sembrano passati millenni.\nChe fossero tempi duri ce lo dice un\u2019altra storia che non ha nulla a che vedere\ncon il romanzo, ma accadde un paio d\u2019anni prima che il romanzo venisse\npubblicato, ed \u00e8 un\u2019altra storia americana, quella della spedizione Donner[3]<\/a>.<\/p>\n\n\n\n La natura, matrigna, era per\u00f2 vista come fonte inesauribile\ndi risorse. L\u2019idea di \u201cservizio ecosistemico\u201d era di l\u00e0 da venire e forse\nancora alcune delle moderne teorie economiche si basano sulla convinzione che\nle risorse (minerali, energetiche, di cibo \u2013 animale e vegetale) siano l\u00ec,\ninesauribili. Ancora una volta vale la pena citare il testo di Melville:<\/p>\n\n\n\n [\u2026] siccome forse cinquanta di queste balene da osso vengono ramponate per un solo cachalot, qualche filosofo del castello di prora ne ha concluso che questo positivo massacro ha gi\u00e0 decimato molto seriamente i battaglioni di quelle balene. Ma bench\u00e9 da qualche tempo a questa parte un bel numero, non meno di 13.000, ne siano state uccise annualmente soltanto dagli Americani sulla costa del Nord-ovest, pure ci sono considerazioni che rendono anche questa circostanza di poco o nessun conto come argomento d\u2019opposizione nella faccenda.<\/em><\/p>\n\n\n\n Naturale com\u2019\u00e8 una certa incredulit\u00e0 riguardo all\u2019abbondanza delle creature pi\u00f9 enormi del globo, pure che cosa diremo ad Harto, lo storico di Goa, quando ci racconta che in una caccia il re di Siam prese 4.000 elefanti, e che in quelle regioni gli elefanti sono numerosi come le mandrie di bestiame nelle regioni temperate? E sembra che non ci sia ragione di dubitare che, se questi elefanti ormai cacciati per migliaia di anni da Semiramide, da Poro, ad Annibale e da tutti i monarchi successivi dell\u2019Oriente, se questi sopravvivono l\u00e0 in grande numero, molto pi\u00f9 potr\u00e0 la grande balena sopravvivere a ogni caccia, dacch\u00e9 essa ha un pascolo per spaziare che \u00e8 grande precisamente due volte l\u2019intera Asia, le Americhe, l\u2019Europa, l\u2019Africa, la Nuova Olanda, e tutte le isole del mare messe insieme.<\/em>[4]<\/em><\/a> [1]<\/a> La locuzione\n\u00abmostro\nmarino\u00bb non \u00e8 casuale:\nin un\u2019epoca (ancora) timorata\ndi Dio come\nquella, rifacendosi alla Bibbia\ntroviamo almeno due citazioni in cui l\u2019equivalenza \u00e8 data: \u00abe Dio cre\u00f2 le grandi balene (mostri marini)\u00bb (Genesi 1:21); \u00abSon io forse il mare o una balena (mostro marino), perch\u00e9 tu mi metta accanto una guardia?\u00bb (Giobbe 7:12). In generale\nle balene \u2013 e\nil capodoglio in particolare \u2013 sono associate, anche nel romanzo di Melville, al Leviatano.<\/p>\n\n\n\n [2]<\/a> Herman\nMelville, Moby Dick, o La balena<\/em>,\nAdelphi, Milano, pp. 329-330.<\/p>\n\n\n\n
<\/p>\n\n\n\n
\n\n\n\n