{"id":891,"date":"2020-04-01T16:18:55","date_gmt":"2020-04-01T16:18:55","guid":{"rendered":"http:\/\/www.semidiscienza.it\/?p=891"},"modified":"2020-04-01T17:29:08","modified_gmt":"2020-04-01T17:29:08","slug":"scienza-donne-e-stereotipi","status":"publish","type":"post","link":"http:\/\/www.semidiscienza.it\/2020\/04\/01\/scienza-donne-e-stereotipi\/","title":{"rendered":"Scienza, donne e stereotipi"},"content":{"rendered":"\n
Per le donne la vita in ambito scientifico (e lavorativo in genere, ma qui focalizziamo l\u2019attenzione sulle STEM) \u00e8 molto pi\u00f9 difficile che per gli uomini. Questa affermazione si pu\u00f2 sviluppare in molti modi: tra i pi\u00f9 diffusi vi \u00e8 quello, sostenuto purtroppo da molti, che le donne siano meno portate al ragionamento scientifico. Niente di pi\u00f9 sbagliato, come sar\u00e0 evidente a chi vorr\u00e0 leggere fino in fondo.<\/p>\n\n\n\n
Le difficolt\u00e0 incontrate dalle donne sono il frutto di una serie di cause, che comprendono uno stereotipo ben radicato, una discriminazione attiva (a volte anche inconscia, ma sempre reale), un sistema \u2018tarato\u2019 sulla competitivit\u00e0 (pi\u00f9 congeniale all\u2019atteggiamento maschile che a quello femminile) e un ambiente spesso ostile, senza dimenticare le molestie sessuali. Analizzare a fondo ciascuno di questi aspetti richiederebbe ben altro che un articolo, ma colgo volentieri l\u2019occasione per gettare qualche Seme di coScienza di genere, che mi auguro trovi terreno fertile per favorire il cambiamento di cui non le donne ma la societ\u00e0 tutta ha bisogno.<\/p>\n\n\n\n
Stereotipi<\/strong><\/em>: Discriminazione<\/strong><\/em>: Risultato diretto degli stereotipi, \u00e8 la discriminazione che le donne subiscono: se in fondo alla nostra mente c\u2019\u00e8 la convinzione che una donna non sia adatta a ricoprire ruoli scientifici, e men che meno di dirigenza, quando siamo chiamati a valutare i candidati e le candidate per un assegno di ricerca, per un concorso, per un\u2019intervista, per una promozione o per giudicare un suo articolo, favoriremo sempre gli uomini. La discriminazione \u00e8 spesso inconscia: crediamo di esserne immuni, di valutare solo su basi scientifiche e di merito, senza renderci conto del nostro bias. Provare per credere! Un gruppo di ricercatori di Harvard ha messo a punto una serie di test (https:\/\/implicit.harvard.edu\/implicit<\/a>) con cui misurare i nostri implicit bias<\/em>, cio\u00e8 le associazioni automatiche che in qualche misura guidano le nostre scelte. I test sono disponibili anche in italiano, al sito https:\/\/implicit.harvard.edu\/implicit\/italy\/<\/a><\/p>\n\n\n\n Anche se tra chi legge queste righe ci sono persone in cui l\u2019associazione tra materie scientifiche e genere \u00e8 neutra, o addirittura sbilanciata verso il femminile, oltre la met\u00e0 della popolazione mostra sbilanciamento nel senso opposto, il che spiega la discriminazione a cui le donne e le ragazze sono sistematicamente sottoposte. Si dice che per raggiungere gli stessi riconoscimenti di un uomo, una dona deve essere almeno tre volte pi\u00f9 brava: vogliamo fare uno sforzo e ridurre questo numero? Prendere coscienza della propria tendenza discriminatoria (ovvero accettare il responso del test), \u00e8 il primo passo verso il superamento.<\/p>\n\n\n\n Competizione<\/em><\/strong>: Sono ormai molti anni (ma non \u00e8 sempre stato cos\u00ec), che praticamente ad ogni passaggio della carriera scientifica, siamo chiamate\/i ad una \u2018competizione\u2019: per vincere un premio, una borsa di studio, un concorso, un finanziamento, una promozione… Una mia amica insegnante di matematica e scienze in una scuola superiore racconta di come reagisce una classe di fronte alle olimpiadi di matematica. Se l\u2019insegnante entrando in classe dice: \u2018Ci sono le olimpiadi, chi vuole partecipare?\u2019, il risultato immediato \u00e8 di alcune mani alzate, quasi tutte di ragazzi. Se invece dice: \u2018Dobbiamo mandare tre di voi alle olimpiadi, in rappresentanza della classe: chi dovrebbe andare?\u2019, quel che segue \u00e8 una valutazione su chi siano i pi\u00f9 bravi, indipendentemente dal genere, e spesso le ragazze sono incluse, se non prevalenti. Le differenze di comportamento legate al genere sono ormai radicate negli adolescenti, e i ragazzi hanno, pi\u00f9 delle ragazze, la tendenza a farsi avanti, a vantare doti (che possono avere o anche no), e ad affrontare rischi. La tendenza spontanea e immediata verso la competizione \u00e8 invece molto limitata nelle ragazze, un carattere che rimane anche in et\u00e0 adulta. Si vede dunque che l\u2019enfasi sulla competitivit\u00e0 \u00e8 intrinsecamente pi\u00f9 favorevole agli uomini: sembra che quello scientifico sia un mondo creato dagli uomini per gli uomini, non dobbiamo quindi stupirci se le donne finiscono per uscirne in buona misura. Si potrebbe anche aggiungere la questione del nepotismo, del ruolo delle amicizie, magari maturate sui campi di calcio, o di altre forme di condivisione di interessi e via dicendo. Il risultato netto \u00e8 la ben nota \u2018forbice\u2019, che vede il numero di donne diminuire lungo tutta la scala, per arrivare a numeri irrisori ai vertici. <\/p>\n\n\n\n
Il modello della donna come \u2018angelo del focolare\u2019 \u00e8 oramai superato, tuttavia resta forte l\u2019immagine dell\u2019uomo in ruoli importanti (ingegnere, direttore, chirurgo, presidente ecc.) e la donna in ruoli di servizio: segretaria, infermiera, parrucchiera ecc. Esposte a questi modelli fin da piccole, le bambine e le ragazze non sentono come \u2018appropriato\u2019 un interesse per gli argomenti scientifici. Si tratta di uno stereotipo molto antico e radicato, e fortemente sostenuto dai modelli proposti in TV, dai giochi, dai social media e in molte istituzioni (la maestra e il preside), se non direttamente nelle famiglie. Per questo motivo \u00e8 molto difficile da scardinare, e proprio per questo motivo richiede uno sforzo maggiore da parte di chi \u00e8 consapevole di quanto lo stereotipo sia dannoso. Dare ampio spazio, risorse e visibilit\u00e0, e conferire ruoli importanti alle molte donne che operano in ambiente scientifico sarebbe un buon modo per convogliare l’idea che \u2018anche le donne possono\u2019. Anche i mezzi di comunicazione di massa (giornali riviste e TV), dovrebbero contribuire, intervistando le molte ricercatrici e non solo i soliti ricercatori noti. A questo scopo esiste una lista (https:\/\/100esperte.it\/<\/a> ), che purtroppo non sembra molto sfruttata dai nostri media.<\/p>\n\n\n\n