Salute – Semi di Scienza https://www.semidiscienza.it Wed, 26 Jun 2024 13:24:03 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.8.10 https://www.semidiscienza.it/wp-content/uploads/2019/01/cropped-Semi-di-scienza-1-32x32.png Salute – Semi di Scienza https://www.semidiscienza.it 32 32 Le dipendenze da sostanze stupefacenti https://www.semidiscienza.it/2024/06/26/le-dipendenze-da-sostanze-stupefacenti/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=le-dipendenze-da-sostanze-stupefacenti https://www.semidiscienza.it/2024/06/26/le-dipendenze-da-sostanze-stupefacenti/#respond Wed, 26 Jun 2024 13:24:03 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=2847

Le dipendenze da sostanze sono un fenomeno complesso e multifattoriale, coinvolge molti aspetti della vita di un individuo, dalla salute fisica e mentale alle relazioni sociali e lavorative. 

L’OMS definisce la “dipendenza patologica” come “condizione psichica, talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo e una sostanza, caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni che comprendono un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione”.

Esistono diversi tipi di dipendenza, tra cui sostanze stupefacenti (eroina, cocaina, cannabinoidi e oppiacei); farmaci antidepressivi, ansiolitici o sonniferi; fumo di sigaretta, alcool.

Cause e prevenzione delle dipendenze

Si pensa che l’insorgenza delle dipendenze sia dovuta a tre fattori: neurobiologici, dovuti a caratteristiche genetiche, a variazioni della disponibilità di alcuni neurotrasmettitori – dopamina, serotonina, noradrenalina – che regolano il tono dell’umore); individuali dovuti a esperienze di vita e alla personalità come ricerca di sensazioni forti, propensione al rischio, desiderio esasperato di successo, bassa autostima; socio-ambientali dovuti all contesto familiare, socio culturale ed economico della comunità in cui il soggetto vive, alle abitudini del gruppo di appartenenza, alla presenza o no di reti di sostegno sociale.

Fattori sociali, culturali sono molto importanti per quanto riguarda l’inizio e il mantenimento (o la recidiva) dell’uso di sostanze. Vedere membri della famiglia e coetanei che utilizzano sostanze aumenta il rischio di iniziare a usarle. I soggetti in terapia trovano molte più difficoltà se sono circondati da altri utenti che utilizzano anche tale sostanza.

La prevenzione è il mezzo più efficace per evitare e ridurre i rischi e i danni alla salute dovuto all’uso e abuso di sostanze psicoattive e alla comparsa di disturbi comportamentali. Le ricerche e le linee guida internazionali propongono l’adozione di approcci strategici multidisciplinari per contrastare e ridurre l’offerta attraverso politiche di regolamentazione dell’accesso; diminuire la domanda modificando gli atteggiamenti delle persone; favorire il coordinamento tra le diverse politiche settoriali. 

Gli interventi possono essere rivolti alla popolazione generale o mirati a individui vulnerabili o con comportamenti problematici prima dell’insorgere della dipendenza.

Come agiscono le droghe

Non tutti i modi di agire delle droghe sono conosciuti, però sappiamo che esiste la corteccia cingolata anteriore, un’area del nostro cervello, importante nella motivazione e nel rinforzo del comportamento.

Nel momento in cui scatta la dipendenza viene iperstimolata, portando alla continua e spasmodica ricerca di quella determinata sostanza o determinato comportamento.

Le droghe coinvolgono lo scambio di informazioni e segnali tra i neuroni del sistema nervoso attraverso i neurotrasmettitori. Questi possono essere stimolanti, come la noradrenalina, adrenalina, dopamina e serotonina, o inibitori, come le endorfine, modulando vari aspetti dell’attività cerebrale. 

Ogni alterazione nell’azione dei neurotrasmettitori, sia di entità che di durata, compromette l’equilibrio fisiologico del cervello.

Le droghe agiscono modificando il rilascio e l’azione dei neurotrasmettitori, influenzando così il loro effetto e la durata.

Indipendentemente dal meccanismo di azione specifico, tutte le droghe aumentano il rilascio di dopamina nella parte del cervello associato alla gratificazione/ricompensa, portando inizialmente a una sensazione di elevata gratificazione. Con il tempo, le attività che solitamente procurano piacere normale diventano meno appaganti, spingendo l’individuo a cercare continuamente dosi sempre maggiori per ottenere una gratificazione sempre più ridotta.

Effetti e conseguenze delle dipendenze da sostanze

Le conseguenze negative sulla salute possono essere principalmente di tre tipi: dirette e dovute agli effetti farmacologici della sostanza e dalla via di assunzione; indirette, come epatite B e C, AIDS, disturbi del sistema nervoso centrale (SNC); sociali legate a comportamenti illegali, violenze, incidenti. 

Le droghe possono essere suddivise in diverse categorie in base ai loro effetti: stimolanti, depressivi, allucinogeni e oppiacei. Gli stimolanti, come la cocaina e le anfetamine, aumentano l’attività del sistema nervoso, portando a un incremento temporaneo dell’energia e della vigilanza. I depressivi, come l’alcol e i barbiturici, riducono l’attività del sistema nervoso centrale, provocando sedazione e riduzione dell’ansia. Gli allucinogeni, come l’LSD e la psilocibina, alterano la percezione della realtà, causando allucinazioni visive e uditive. Gli oppiacei, come l’eroina e la morfina, sono potenti antidolorifici che agiscono sui recettori del dolore nel cervello.

Dal punto vista della salute mentale le sostanze causano ansia, depressione, schizofrenia, apatia, paranoia, disturbi bipolari e della personalità.

Dal punto di vista fisico gli effetti delle droghe sono: danni al sistema nervoso centrale, convulsioni, danni irreversibili alla memoria, infertilità, impotenza, malattie cardiovascolari, insufficienza renale, lesioni polmonari, lacerazioni epiteliali e venose, overdose e talvolta morte.

Trattamento delle dipendenze

Il trattamento varia a seconda della sostanza e delle circostanze. È impegnativo e comprende uno o più dei seguenti elementi: disintossicazione acuta, prevenzione e gestione dell’astinenza, cessazione dell’uso, mantenimento dell’astinenza. Le diverse fasi possono essere gestite con l’uso di farmaci, consulenze psicologiche e gruppi di supporto. Trattare una dipendenza significa aiutare l’individuo a interrompere l’uso della sostanza, prevenendo le ricadute e recuperando il proprio ruolo sociale e familiare.

Una volta riconosciuta e diagnosticata la dipendenza, è fondamentale rivolgersi a uno specialista capace di fornire un aiuto reale. Il primo passo per il paziente è decidere di uscirne definitivamente. 

I trattamenti per le dipendenze variano e possono includere terapie farmacologiche, percorsi psicologici con professionisti e approcci innovativi. Tra questi abbiamo la stimolazione magnetica transcranica, che stimola aree specifiche del cervello tramite un campo magnetico e la Mindfulness integrata con la psicoterapia cognitivo-comportamentale, particolarmente efficace nel trattamento delle dipendenze da sostanze e nella prevenzione delle ricadute. 

La scelta del trattamento dipende dal caso specifico e può prevedere una combinazione di approcci. La terapia farmacologica è spesso utilizzata per gestire i sintomi dell’astinenza e prevenire le ricadute. I farmaci aiutano a eliminare i sintomi della disassuefazione e a prevenire il riuso della sostanza.

Tra le psicoterapie più efficaci rientrano la terapia cognitivo comportamentale, l’approccio motivazionale e la terapia dialettico comportamentale. Questi approcci hanno dimostrato risultati significativi nel raggiungimento degli obiettivi terapeutici e nella prevenzione delle ricadute.

Sitografia:

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https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/argomenti-speciali/droghe-illecite-e-tossici

https://www.politicheantidroga.gov.it/it/notizie-e-approfondimenti/dipendenze-le-droghe/cosa-sono/

https://www.salute.gov.it/portale/prevenzione/dettaglioContenutiPrevenzione.jsp?lingua=italiano&id=5763&area=prevenzione&menu=obiettivi2020

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La Giornata Mondiale del Donatore di Sangue: un atto di solidarietà https://www.semidiscienza.it/2024/06/14/la-giornata-mondiale-del-donatore-di-sangue-un-atto-di-solidarieta/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-giornata-mondiale-del-donatore-di-sangue-un-atto-di-solidarieta https://www.semidiscienza.it/2024/06/14/la-giornata-mondiale-del-donatore-di-sangue-un-atto-di-solidarieta/#respond Fri, 14 Jun 2024 06:59:15 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=2832 “Una giornata dedicata a chi sceglie di pensare anche agli altri, donando una parte di sé e consentendo una vita migliore a tanti pazienti affetti da malattie rare del sangue come la talassemia o l’anemia falciforme, e la salvezza a chi ha bisogno urgente di trasfusioni in seguito a interventi chirurgici, incidenti, aggressioni”

La Giornata Mondiale del Donatore di Sangue, si celebra ogni anno il 14 giugno. Questa giornata aiuta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla donazione di sangue e per ringraziare i donatori volontari. 

E’ un evento promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). 

La Nascita della Giornata Mondiale del Donatore di Sangue

La Giornata Mondiale del Donatore di Sangue è stata istituita nel 2004 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per aumentare la consapevolezza sulla necessità continua di donazioni di sangue e per celebrare i donatori volontari. La data del 14 giugno è stata scelta in onore del compleanno di Karl Landsteiner, il medico austriaco che nel 1901 scoprì il sistema dei gruppi sanguigni ABO, rivoluzionando le trasfusioni di sangue e rendendole molto più sicure.

Identificò tre tipi principali: A, B e O e solo successivamente fu scoperto il quarto gruppo AB. Nel 1930, Landsteiner ricevette il Premio Nobel per la Medicina per questo lavoro. Il gene che determina il tipo di sangue ABO è situato sul cromosoma 9 e esistono tre forme principali: A, B e O. Ogni individuo ha un gruppo sanguigno specifico determinato dalla presenza o dall’assenza di antigeni sulla superficie dei globuli rossi. Il gruppo sanguigno è come un marchio distintivo del sistema immunitario. Alcuni di noi hanno il gruppo A, altri il B, altri ancora AB o O. Ma cosa significa? Il gruppo A ha antigeni A, il B ha antigeni B, il AB ha sia A che B, mentre l’O non ne ha nessuno. E’ importante conoscere il proprio gruppo sanguigno per poter ricevere una trasfusione di sangue. Infatti, il sangue ricevuto deve essere compatibile con il tuo gruppo. Ad esempio, il gruppo A, può ricevere sangue da persone con gruppo A o O, ma non da quelle con gruppo B o AB.

Campagne e iniziative per la donazione di sangue

Ogni anno, la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue ha un tema specifico per focalizzare l’attenzione su particolari aspetti della donazione di sangue. Il tema del 2024 è sull’importanza della solidarietà e della collaborazione globale per garantire una fornitura di sangue sicura e sostenibile.

“Celebrating 20 years of giving: thank you blood donors!”: questo è il tema diffuso dall’OMS. Celebra il ventesimo anniversario della giornata e ringrazia i donatori di sangue di tutto il mondo per le loro donazioni salvavita nel corso degli anni. È anche un’opportunità per affrontare le sfide continue e accelerare i progressi verso un futuro in cui la trasfusione di sangue sicura sia universalmente accessibile.

Secondo un articolo pubblicato nel 2023 dall’OMS, solo il 50% delle donazioni di sangue viene raccolto nei paesi a basso e medio reddito, che ospitano l’80% della popolazione mondiale. Questo dato evidenzia una disuguaglianza nell’accesso al sangue sicuro e trasfusioni salvavita. Inoltre, solo il 42% delle nazioni ha un sistema di sorveglianza della sicurezza del sangue, il che mette in evidenza lacune nella gestione e nel monitoraggio della catena di approvvigionamento del sangue.

Una preoccupazione ancora maggiore è il fatto che solo il 13% dei paesi a basso reddito ha accesso a test avanzati per malattie trasmissibili tramite il sangue, come l’HIV, l’epatite B e l’epatite C. 

L’Importanza della Donazione di Sangue

Il sangue è essenziale in molte situazioni mediche:

  1. Complicazioni durante la gravidanza e il parto;
  2. Anemia grave nei bambini spesso causata da malattie come la malaria e la malnutrizione;
  3. Vittime di incidenti.
  4. Pazienti chirurgici e oncologici.

Donare sangue è un gesto di grande valore umano e sociale. Ogni donazione può fare la differenza tra la vita e la morte per molte persone. La Giornata Mondiale del Donatore di Sangue è un’occasione per riflettere sull’importanza di questo atto di generosità e per ringraziare tutti coloro che contribuiscono a salvare vite con il loro dono. 

Sitografia:

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Rumore e sicurezza del lavoro: lo strano caso dei Professori d’orchestra https://www.semidiscienza.it/2021/09/09/rumore-e-sicurezza-del-lavoro-lo-strano-caso-dei-professori-dorchestra/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=rumore-e-sicurezza-del-lavoro-lo-strano-caso-dei-professori-dorchestra https://www.semidiscienza.it/2021/09/09/rumore-e-sicurezza-del-lavoro-lo-strano-caso-dei-professori-dorchestra/#respond Thu, 09 Sep 2021 15:00:22 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=1451 Molta letteratura e molti passi in avanti a livello culturale e normativo sono stati fatti negli ultimi trent’anni per la tutela della salute dei lavoratori. In Italia, il primo cardine fondamentale è rappresentato dalla famosa legge 626 del 1994 seguita dall’altrettanto importante decreto legislativo 81 del 2008, altresì noto come Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro. Tali riferimenti normativi hanno spostato l’attenzione sulla prevenzione delle malattie e degli infortuni e sulla necessità di prediligere la sicurezza in tutte le fasi lavorative per tutto l’arco della vita di un lavoratore.

Azioni quali la progettazione degli spazi e la predisposizione di dispositivi di protezione collettiva e individuale hanno rappresentato in molti settori una svolta rispetto una delle principali malattie lavoro-correlate: l’ipo-acusia. Tuttavia, tali regole, per quanto necessarie, non possono essere sufficienti in tutti i settori; in questo articolo – facendo una sintesi di quanto emerso in un lavoro scientifico già oggetto di pubblicazione – si descrive pertanto brevemente la valutazione dell’esposizione a rumore in un settore non-convenzionale.

In un ambito in cui la qualità e la bellezza del suono costituiscono il prodotto stesso dell’attività, i lavoratori del settore della musica subiscono anche quella parte indesiderata del suono definibile come rumore (non me ne vogliano i musicisti). In particolare, i professori d’orchestra sono esposti in modo non occasionale a livelli acustici superiori a quelli di sicurezza. Gli effetti sulla salute sono legati alla natura intrinseca dell’attività lavorativa in cui l’intensità stessa del suono costituisce una componente sia essenziale della rappresentazione musicale sia del danno per esposizione di lungo periodo. Ciò rende necessario un approccio “atipico” rispetto ai comparti industriali o del terzo settore in cui l’acustica si presenta solamente come componente di fastidio o danno e peggioramento generale della qualità dell’ambiente di lavoro. Nello specifico, a differenza di altri settori, non si può agire significativamente introducendo limitazioni alla “sorgente del rumore” (la musica) né predisporre tecniche di fono-isolamento, fono-assorbimento e/o dispositivi di protezione individuale che potrebbero alterare la sensibilità artistica dei musicisti, del Direttore e dell’acustica concertistica in generale.

Ciò premesso, occorre agire non solo sulla natura e intensità del rumore ma considerare anche i tempi e le modalità di esposizione allo stesso. La norma tecnica italiana considera di misurare il livello equivalente (l’intensità media del rumore in un intervallo di tempo) e di picco (il massimo valore misurato) su almeno tre brani interi rappresentativi delle tipologie musicali proposte. Ne consegue che le valutazioni dovranno necessariamente essere effettuate considerando la settimana ricorrente a massimo rischio. Per il settore della musica essa è definita come la terza peggiore settimana in termini di esposizione a rumore avvenuta nell’anno trascorso nell’ipotesi che l’attività non subirà sostanziali variazioni nell’immediato futuro.

Poiché ogni stagione concertistica presenta una variabilità delle condizioni di esposizione al rumore, è necessario agire preventivamente ovvero con un approccio di natura organizzativa. Ciò può avvenire studiando a priori le caratteristiche dell’esposizione ed effettuando misurazioni fonometriche durante l’esecuzione dei brani. Si potrà così in seguito pervenire a uno strumento per inserire le indicazioni per la tutela della salute dei lavoratori tra le scelte programmatiche della stagione concertistica alternando concerti (e relative prove settimanali) più rumorosi e meno rumorosi e quindi un minor stress acustico per i musicisti.

Suddividendo l’analisi in due strade, si sono prima identificati e analizzati i parametri che influenzano la “rumorosità” di un concerto verificando alcune ipotesi iniziali con un monitoraggio annuale su un’importante orchestra italiana; in seguito si è stimata l’esposizione per i singoli strumenti considerando prove e concerto settimanale. Il parametro che si è ipotizzato potesse determinare la massima variabilità nei livelli acustici prodotti dall’orchestra è il repertorio eseguito; dalla letteratura si è osservato come una maggiore intensità acustica corrispondesse generalmente a repertori più recenti, quali romantico e contemporaneo, rispetto ai repertori classico e barocco. All’interno dei periodi stessi si è riscontrata una certa variabilità correlabile al singolo compositore e alla scuola di appartenenza dello stesso: un esempio si riscontra per gli autori definiti tardo romantici quali Shostakovich, vissuti cioè in un periodo storico successivo al romanticismo ma autori di opere appartenenti a quel repertorio. Un altro parametro è la numerosità dell’organico, che incide sia in termini assoluti sia per tipologia di strumenti. Infatti, oltre al numero totale di strumenti dell’orchestra che comporta un incremento nell’intensità della sorgente nel suo complesso, la presenza sul palco di strumenti “storicamente” caratterizzati da forti emissioni (principalmente ottoni e percussioni) può costituire un aggravio nella condizione di esposizione sia per gli stessi Professori sia per i colleghi disposti lungo la direzione di propagazione del suono. Indirettamente la stessa numerosità induce anche una variabilità nella disposizione degli strumenti sul palco: a una disposizione “standard” basata sugli archi (16 violini primi, 14 violini secondi, 12 viole, 10 violoncelli e 8 contrabbassi) è possibile contrapporre disposizioni meno tradizionali e l’uso di strumenti non sempre impiegati quali il pianoforte e l’arpa. Si è considerata inoltre una certa influenza sul livello acustico anche dalle scelte artistiche del Direttore e dalle eventuali specificità dei Professori d’orchestra.

Figura 1. Esempio di scenario di disposizione sul palco durante le prove generali della Sinfonia n.8 op.65 di Shostakovich

Al termine dello studio – con oltre 252 rilevamenti fonometrici su oltre 50 musicisti – si è verificato che parametri quali il repertorio, la dimensione e la disposizione dell’orchestra influenzino significativamente i livelli sonori prodotti dalla stessa. Prendendo i livelli acustici registrati presso il Direttore d’orchestra, posizionato anche per ragioni artistiche nel punto “di fuoco” del suono prodotto dalla stessa, si è osservato come il concerto con i valori minimi in termini di intensità sia stato un concerto con repertorio barocco (livelli storicamente tra i più bassi), organico ridotto (il più contenuto tra i concerti osservati con soli 30 elementi) e disposizione più distribuita sul palco. Viceversa, i valori più alti si sono riscontrati con repertorio romantico o contemporaneo, a pieno organico (fino a 95 orchestrali) e la presenza di numerosi strumenti “storicamente” alti (ottoni e percussioni). Alcune deviazioni rispetto alle ipotesi sono state osservate a seguito di scelte artistiche del Direttore sui brani, variazioni sul numero di musicisti per tipologia di strumento e organizzazione delle prove nel programma concertistico settimanale.

Senza scendere troppo nel merito delle analisi, si è osservata infine una variabilità sia tra i brani costituenti i concerti sia nelle diverse aree del palco. Tra i lavoratori più esposti si sono identificati la tromba e il corno, viceversa violisti e violinisti sono risultati soggetti a una minor esposizione a rumore. La ricerca ha confermato la necessità di ulteriori piani di miglioramento che considerino un adeguato tempo di riposo e una pianificazione della stagione non basata esclusivamente su scelte artistiche. Si precisa che l’indagine è stata effettuata presso un unico auditorium in modo da minimizzare il fattore di variabilità rappresentato dalle caratteristiche morfo–acustiche delle differenti sale da concerto, come dimostrato da ampia letteratura.

Alcuni riferimenti:

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Bo, M., Clerico, M., Pognant, F., 2016. Parametric Method for the Noise Risk Assessment of Professional Orchestral Musicians. Noise Health 18, 319–328. https://doi.org/10.4103/1463-1741.195797

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Linee guida della Conferenza permanente per le relazioni tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano del 25 luglio 2012 sul settore musicale e ricreativo conformemente all’articolo 198 del decreto legislativo n. 81/2008 e successive modifiche, approvate dalla Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro del 7 marzo 2012.

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Autore: Matteo Bo, Phd, Semi di Scienza, ingegnere ambientale.

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