Anime – Semi di Scienza https://www.semidiscienza.it Mon, 28 Nov 2022 17:20:23 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.8.10 https://www.semidiscienza.it/wp-content/uploads/2019/01/cropped-Semi-di-scienza-1-32x32.png Anime – Semi di Scienza https://www.semidiscienza.it 32 32 科学のたね – Evangelion: Anime e Psicologia https://www.semidiscienza.it/2021/10/18/%e7%a7%91%e5%ad%a6%e3%81%ae%e3%81%9f%e3%81%ad-evangelion-anime-e-psicologia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=%25e7%25a7%2591%25e5%25ad%25a6%25e3%2581%25ae%25e3%2581%259f%25e3%2581%25ad-evangelion-anime-e-psicologia https://www.semidiscienza.it/2021/10/18/%e7%a7%91%e5%ad%a6%e3%81%ae%e3%81%9f%e3%81%ad-evangelion-anime-e-psicologia/#respond Mon, 18 Oct 2021 13:05:14 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=1473 Una delle branche scientifiche che più mi affascinano per la sua complessità è la Psicologia, ovvero quella scienza che studia il comportamento cosciente e incosciente dell’essere umano e i suoi stati mentali. Nasce inizialmente nella Grecia Antica, in particolare da Platone e Aristotele, per poi diventare nell’Ottocento una vera e propria materia scientifica sperimentale. La nascita della Psicologia come materia autonoma è datata 1879, quando il fisiologo Wundt creò il primo laboratorio dedicato alla Psicologia sperimentale. Questo ha permesso gli studi successivi legati alla Psicologia, tra i quali la Psicoanalisi, ovvero l’analisi del subconscio umano e come questo influenzi il comportamento delle persone, e la Psicofisica, ovvero lo studio della relazione tra stimoli fisici e l’intensità percepita dagli stimoli.

Una delle mie serie animate preferite è Neon Genesis Evangelion (新世紀エヴァンゲリオン, Shin Seiki Evangerion, Vangelo del Nuovo Secolo), un anime del 1995 che è tra le più discusse degli ultimi tempi. Da molte persone viene definito come un vero e proprio capolavoro dell’animazione giapponese, perché riesce a parlare di concetti di Filosofia, Psicologia e Psicanalisi in un ambiente fantascientifico e post-apocalittico.

Immagine 1. Poster della serie animata, raffigurante Shinji e Rei.

La trama è molto complessa, considerando sia che è una serie formata da 26 episodi e ben due film e che la storia in sé è molto intricata, ma la si può riassumere “velocemente” in questo modo. Nel 2015, quindici anni dopo il Second Impact, una catastrofe naturale che ha causato lo scioglimento dell’Antartide, l’umanità è in scontro con degli esseri mostruosi e misteriosi chiamati Angeli. Per combatterli, la Nerv (Organizzazione creata proprio per questo scopo) ha creato i cosiddetti Evangelion, robot che vengono pilotati dai Children, ovvero dei ragazzi adolescenti.

Il protagonista è Shinji Ikari, un ragazzo molto insicuro di sé, schivo e asociale, che evita di comunicare e di avere rapporti sociali per evitare di ferirsi. Il rapporto con suo padre, Gendō Ikari, è molto duro e distaccato, in quanto non si interessa di suo figlio perché preso dal lavoro. Dopo di lui c’è Rei Ayanami, una ragazza apatica che quasi non prova emozioni e che esegue qualsiasi azione che le altre persone le comandano, come se fosse un robot. Successivamente viene Asuka Sōryū Langley, una ragazza tedesca presuntuosa e arrogante che nelle situazioni più complesse diventa molto fragile e debole. Infine c’è Misato Katsuragi, una giovane donna che all’inizio sembra molto infantile e fuori di testa, infatti beve tantissima birra e a volte è pure ubriaca, ma in realtà è molto matura, responsabile e severa.

Il primo riferimento alla Psicologia che possiamo notare è quello del trauma. Un trauma è una conseguenza di un evento che in qualche modo ha sconvolto il soggetto, non permettendogli di comportarsi inconsciamente in modo normale. Tutti i personaggi che ho nominato precedentemente hanno subìto in giovane età un evento traumatico: Shinji è stato abbandonato dal padre perché considerato inutile, Gendō ha perso sua moglie in un esperimento alla Nerv, Rei ha passato l’intera infanzia in un laboratorio della suddetta organizzazione, Asuka ha perso sua madre che si era impiccata e infine Misato è stata una dei pochissimi sopravvissuti tra le persone vicino alla zona dove si è verificato il Second Impact, dove ha perso suo padre. Ogni personaggio si è comportato in maniera differente e ha un carattere molto turbato a seguito di questi eventi.

Altro riferimento che possiamo trovare è quello dell’autoinganno, ovvero l’atteggiamento di giustificare le proprie azioni o decisioni con motivazioni false, in modo da non perdere la propria autostima. Possiamo notare ciò soprattutto su Shinji, in quanto spesso si trova a scappare o non considerare le cose spiacevoli che gli sono capitate, costruendosi un’immagine completamente errata di sé. In un episodio in particolare, possiamo notare Shinji che su un treno dialoga con il suo animo, e in particolare possiamo notare queste battute:

“– In questo mondo ci sono troppi motivi di sofferenza perché io vi possa vivere.

– Come la tua incapacità di nuotare?

– L’Uomo non è fatto per galleggiare!

– È un autoinganno, hai sempre chiuso gli occhi e tappato le orecchie di fronte alle cose spiacevoli.”

Come possiamo vedere, Shinji in questo caso sta giustificando il suo non saper nuotare con una motivazione falsa, in modo da sollevarlo dall’affrontare la verità.

Ulteriore riferimento alla Psicologia è quello del bisogno di approvazione, ovvero della necessità di essere accettati in tutti i modi dalle altre persone. Il bisogno di approvazione ci danneggia molto, perché non permette di cercare il nostro vero io e le nostre preferenze e passioni o più semplicemente non riusciamo a capire chi siamo noi stessi. Shinji e Asuka, in particolare, necessitano dell’accettazione degli altri per motivazioni differenti: Shinji riesce a stare bene solo grazie alle lodi delle altre persone, infatti guida l’Eva solo per essere apprezzato da suo padre, invece Asuka guida l’Evangelion per diventare popolare ed essere conosciuta da tutti, ma questo la danneggia quando la sua voglia di impegnarsi viene a mancare.

In Rei Ayanami, invece, possiamo notare un altro riferimento alla Psicologia. Probabilmente soffre di schizofrenia, perché molti dei suoi comportamenti sono molto simili agli effetti negativi del suddetto disturbo. Infatti Rei è apatica, asociale, anaffettiva, ha una bassa tendenza a socializzare e non mostra mai le sue emozioni. Il suo comportamento è molto variabile in base alla situazione: solitamente, anche nei momenti più assurdi o imbarazzanti, rimane completamente apatica, come se non fosse successo niente, ma appena Shinji le prova a dire qualcosa di negativo riguardo suo padre Gendō, lei subito lo schiaffeggia per il suo disappunto. Questo avviene perché lui è molto più legato a Rei che a Shinji, in quanto Ayanami non si lamenta mai ed esegue tutte le azioni che le viene chiesto di fare.

Infine, possiamo notare in Asuka un ultimo riferimento alla Psicologia: la protesta virile. In Psicologia la protesta virile (espressione usata da Adler e Freud) rappresenta l’insieme delle tendenze mascoline notabili in alcune donne stanche del ruolo sociale solitamente assegnato loro. In particolare, Asuka cerca sempre di farsi vedere come la migliore tra i maschi, come dire che lei può essere più forte degli uomini. Si può notare ciò soprattutto con Shinji, in quanto spesso gli rivolge espressioni come “Sei un uomo o no?!”. Questo avviene perché Asuka, convinta che tutti gli uomini siano superiori e più potenti delle donne, non riesce a capire come un maschio possa essere così insicuro e timido come Shinji. In pratica, per colpa della sua convinzione, considera tutti gli uomini come dei rivali buoni a nulla che, anche se si fanno vedere potenti e superiori, possono essere battuti tranquillamente da una ragazza.

In conclusione, possiamo notare come questa serie animata non proprio recentissima, ma che è seguita tutt’oggi, riesca a creare una storia molto intricata e complessa, ma che allo stesso tempo riesce a essere molto affascinante e a far riflettere molto sul nostro comportamento e sulla società attuale. È molto bello, comunque, vedere come si possano trovare spunti di riflessione anche in cose apparentemente superflue o di semplice intrattenimento. Perché alla fine non conta più di tanto ciò che guardi e ciò che leggi, bensì come lo guardi e come lo interpreti. Questa serie, a un primo sguardo, può sembrare una banalissima storia di fantascienza con l’umanità che deve sconfiggere dei mostri, ma in realtà tutto ciò viene usato come pretesto per parlare e per far riflettere su argomenti molto più importanti.

Autore: Ivan Merlo – socio giovane, studente delle scuole superiori

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科学のたね Your Name: Anime e fisica quantistica https://www.semidiscienza.it/2021/05/24/%e7%a7%91%e5%ad%a6%e3%81%ae%e3%81%9f%e3%81%ad-your-name-anime-e-fisica-quantistica/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=%25e7%25a7%2591%25e5%25ad%25a6%25e3%2581%25ae%25e3%2581%259f%25e3%2581%25ad-your-name-anime-e-fisica-quantistica https://www.semidiscienza.it/2021/05/24/%e7%a7%91%e5%ad%a6%e3%81%ae%e3%81%9f%e3%81%ad-your-name-anime-e-fisica-quantistica/#respond Mon, 24 May 2021 15:17:13 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=1408 Una delle teorie scientifiche che più mi affascinano è la teoria del cosiddetto Wormhole, detta anche “Teoria dei Ponti di Einstein e Rosen”.

Un wormhole è propriamente un tunnel spazio-temporale che, in teoria, collega due buchi neri. Questi collegamenti, infatti, sarebbero creati dall’immensa forza gravitazionale di essi, e al loro interno lo spazio e il tempo sarebbero molto diversi da come li conosciamo. Teoricamente, entrando da un punto del tunnel si uscirebbe quasi istantaneamente dall’altra parte, nonostante questi due punti possano essere separati miliardi di anni luce.

Per fare un esempio pratico, pensiamo di dover unire su un foglio di carta, con una matita, due punti posti a una certa distanza l’uno dall’altro. Se il foglio è steso, dovremmo fare un tratto lungo quanto la distanza tra i due punti (percorso indicato dalla freccia rossa). Ma se invece piegassimo il foglio in modo da far sfiorare i due punti e, con la stessa matita, forassimo il foglio e quindi creassimo un collegamento tra i due punti, essi stessi sarebbero uniti in un percorso più breve (freccia verde). Ora immaginiamo che il foglio di carta sia lo spazio-tempo e lo spazio tra i due punti sia il tunnel del wormhole.

I wormhole permetterebbero di fare cose che attualmente sono impossibili, come per esempio spostarci in tempo zero da una parte all’altra dell’universo, oppure addirittura fare un viaggio nel futuro!

Adesso potrebbe risultare spontanea una domanda: Ivan, perché hai usato varie volte le parole “in teoria” e perché hai usato così tanti verbi al condizionale?

La risposta è la seguente: non sappiamo nulla sulla loro esistenza.

Secondo le leggi della fisica che attualmente conosciamo è impossibile che si formi un wormhole nel nostro universo, perché altrimenti sarebbe troppo instabile e collasserebbe immediatamente. Inoltre, secondo il fisico Daniel Jafferis, ricercatore dell’Università di Harvard, paradossalmente impiegheremmo più tempo a passare all’interno di un wormhole che a fare “la strada normale”, perché per entrare in un buco nero abbiamo bisogno di energia negativa, che si contrappone alla gravità, facendoci consumare più energia di quella necessaria.

La bellezza della scienza, però, è proprio la possibilità che dà di fantasticare sui limiti stessi che cerca di comprendere e superare.

Pensate se esistesse davvero la possibilità di viaggiare nel tempo e nello spazio! E pensate se nel farlo ci si trovasse casualmente nei panni di qualcun altro… C’è un anime, che è tra i miei preferiti, che in un certo verso tratta questo tema. È Your Name, o  君の名は。(Kimi no na wa., ovvero “Qual è il tuo nome.”) nella versione originale.

Your Name ha, apparentemente, una trama molto semplice: Taki e Mitsuha sono rispettivamente un ragazzo e una ragazza giapponesi. Lei vive in un piccolo borgo di campagna e, stanca di stare lì, un giorno esclama che avrebbe preferito essere un ragazzo di Tokyo. Il giorno dopo si sveglia e si accorge di essere diventata un’altra persona… proprio un ragazzo che vive a Tokyo! La sera di quel giorno va a dormire come ragazzo e il giorno dopo si risveglia come ragazza, con il suo corpo originario. Quel giorno, durante un’ora scolastica apre un quaderno e scopre che, nel mentre che lei era diventata un ragazzo, una persona “le aveva occupato il corpo”: il suo nome era Taki, l’altro protagonista della vicenda. Da quel momento in poi si scambiano il corpo circa un paio di volte a settimana e iniziano a conoscersi e a comunicare lasciandosi uno sul telefono dell’altro dei messaggi. Per evitare eventuali anticipazioni e spoiler, dirò solamente che questa magia ha causato loro vari problemi. I due ragazzi, infatti, non vivevano nello stesso momento, bensì Taki si “collegava” con la Mitsuha di tre anni prima e, al contrario, Mitsuha scambiava il corpo con il Taki di tre anni dopo.

Come possiamo vedere, questo anime non ha una vera e propria base scientifica, in quanto è semplicemente un film romantico/drammatico, ma possiamo dire che si ispira alla teoria dei wormhole di cui ho parlato precedentemente. Ovviamente qui viene vissuto tutto al limite tra la realtà e il sogno: infatti il titolo Your Name si riferisce al fatto che i ragazzi tendono a dimenticare l’uno il nome dell’altro, proprio come avviene con i ricordi di un sogno che piano piano svaniscono. Però è bello poter fantasticare sulle enormi potenzialità della scienza e immaginare che anche le teorie più estreme possano prima o poi prendere vita.

Autore: Ivan Merlo, classe I Liceo Scientifico Gobetti-Volta, Firenze

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