Retta concentrazione.<\/li><\/ol>\n\n\n\nMa perch\u00e9 raccontare tutto questo? Perch\u00e9 \u00e8 un modo per mostrare come il mondo della Meccanica Quantistica ben presto possa abituarci agli effetti pi\u00f9 sorprendenti che accadono in Natura a livello subatomico, uno dei quali appunto \u00e8 oggetto del Nobel assegnato quest\u2019anno.<\/p>\n\n\n\n
Partiamo quindi da cosa \u00e8 esattamente questa faccenda dell\u2019entanglement <\/em>(parola inglese che coni\u00f2 Erwin Schr\u00f6dinger a suo tempo): secondo la teoria quantistica (a seguito del celebre esperimento della doppia fenditura), infatti, pur lasciando che due particelle entangled<\/em> si allontanino tra loro anche per chilometri, nel preciso istante in cui si effettua una misura sulla prima particella avremmo istantaneamente informazioni anche sull\u2019altra particella, lontanissima. Per essere precisi e usare la terminologia dei fisici, misurando la particella A inevitabilmente la sua funzione d\u2019onda collassa in un singolo valore possibile, quello da noi misurato. Einstein \u2013 che senz\u2019altro possiamo definire persona di ampie vedute nell\u2019ambito della Fisica \u2013 era sconcertato da questo e soprattutto dalle sue conseguenze: secondo la teoria quantistica infatti, istantaneamente anche la funzione d\u2019onda della seconda particella (che nessuno ha misurato e prosegue liberamente) dovrebbe collassare, cos\u00ec che entrambe iniziano a comportarsi come se fossero una singola particella. Questo significherebbe che facendo passare la particella B per una doppia fenditura come nell\u2019esperimento di Young non avremmo alcuna interferenza.<\/p>\n\n\n\nMa questo significherebbe tacitamente affermare che \u201cl\u2019informazione\u201d che in qualche modo unisce le due particelle gemelle possa andare da una all\u2019altra a una velocit\u00e0 superiore a quella limite della luce. Dato non ritenuto plausibile. Celebre in tal senso l\u2019enunciato del paradosso EPR che fu quasi una vera e propria presa di posizione di fronte all\u2019ennesima stramberia della Meccanica Quantistica: questo paradosso faceva perno sul dato consolidato che niente pu\u00f2 viaggiare a una velocit\u00e0 superiore a quella della luce, mentre invece pare che sia proprio cos\u00ec. All\u2019epoca c\u2019era da stabile chi avesse ragione, ma tra le speculazioni teoriche \u2013 e la (tanta) matematica che poteva andarvi a suffragio \u2013 e l\u2019ideare un esperimento che potesse in qualche modo far da verifica dovette passare ancora qualche anno.<\/p>\n\n\n\n
Solo nel 1964 John Stuart Bell tir\u00f2 fuori da questo paradosso una formula che permetteva di iniziare a pensare a degli esperimenti che potessero verificare o meno chi avesse ragione tra Einstein e la comunit\u00e0 scientifica pro-teoria quantistica. Era sufficiente controllare se venivano rispettate delle disuguaglianze (le disuguaglianze di Bell, appunto): in caso affermativo Einstein avrebbe avuto ragione, in caso contrario ancora una volta sarebbe stata confermata la contro intuitiva azione istantanea a distanza postulata dalla fisica quantistica. Gli esperimenti erano comunque troppo complessi da mettere in pratica per l\u2019epoca e il primo a riuscire ad avere dei risultati accettabili fu Alain Aspect nel 1982, che riusc\u00ec a creare due fotoni entangled<\/em>, spedirli in direzioni diverse ed effettuare una misurazione sul primo osservando le modifiche sulla seconda particella, a 13 metri di distanza. Le disuguaglianze di Bell erano negate, si confermava che la misura di una particella modificava istantaneamente la sua controparte entangled <\/em>e quindi Einstein aveva torto. <\/p>\n\n\n\nGli esperimenti sono proseguiti fino ad oggi e nel 2008 un gruppo di ricercatori dell\u2019Universit\u00e0 di Ginevra ha lanciato due fotoni entangled <\/em>dall\u2019universit\u00e0 fino a due paesi vicini, attraverso un tunnel quantistico in fibre ottiche che non interferiva con le singole particelle. Dopo un viaggio di quasi 18 km, sono state calcolate le disuguaglianze di Bell e dimostrato con ancor maggiore sicurezza che Einstein si sbagliava: i due fotoni cambiano stato simultaneamente, quindi se si ponesse una doppia fenditura in ognuna delle due citt\u00e0, alla misurazione del primo fotone anche il secondo smetterebbe istantaneamente di creare le forme di interferenza, perch\u00e9 strettamente correlato con il primo. Quest\u2019anno, proprio a partire da Alain Aspect, che tra i primi tent\u00f2 una verifica sperimentale, il Nobel va quindi a \u201cconsacrare\u201d l\u2019alto valore di questa scoperta per i suoi potenziali legati alla tecnologia: particelle che possono \u201cdare informazioni\u201d sul loro stato seppure lontanissime e prive di ogni forma di altra comunicazione che non sia legata a questo fenomeno dell\u2019entanglement<\/em>. Insomma, potremmo quasi dire di aver dato le basi scientifiche della telepatia!<\/p>\n\n\n\n\u00c8 quindi comprensibile che fenomeni della Meccanica Quantistica come questo, potessero venir rifiutati concettualmente da menti pure eccezionali come quella di Einstein.<\/p>\n\n\n\n
<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
di Luciano Celi Il titolo \u00e8 scherzoso, ma la riflessione che segue sar\u00e0 serissima. Si tratta del Nobel agli sviluppi di una scoperta \u2013 anzi: una verifica \u2013 che risale esattamente a quarant\u2019anni fa: quella dell\u2019entanglement di due particelle subatomiche. Prima di addentrarci in spiegazioni, facciamo un passo indietro per cercare di capire di cosa […]<\/p>\n","protected":false},"author":3,"featured_media":1882,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_mi_skip_tracking":false},"categories":[8],"tags":[410,412,24,43,411,406,409,405,407,413,26,10,408],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/1881"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/3"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=1881"}],"version-history":[{"count":3,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/1881\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":1900,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/1881\/revisions\/1900"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/1882"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=1881"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=1881"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=1881"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}