{"id":1949,"date":"2022-10-17T20:40:42","date_gmt":"2022-10-17T20:40:42","guid":{"rendered":"http:\/\/www.semidiscienza.it\/?p=1949"},"modified":"2022-10-17T21:29:17","modified_gmt":"2022-10-17T21:29:17","slug":"criptovalute-e-sostenibilita-un-connubio-possibile","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/2022\/10\/17\/criptovalute-e-sostenibilita-un-connubio-possibile\/","title":{"rendered":"Criptovalute e sostenibilit\u00e0: un connubio possibile?"},"content":{"rendered":"\n
Ph. di Andr\u00e9 Fran\u00e7ois McKenzie su Unsplash<\/em><\/p>\n\n\n\n <\/p>\n\n\n\n Di Maila Agostini<\/em><\/p>\n\n\n\n <\/p>\n\n\n\n Le criptovalute sono valute visualizzabili solo conoscendo un codice di accesso; non esistono in forma fisica, quindi non \u00e8 possibile trovare in circolazione, per esempio, bitcoin in formato cartaceo o metallico. Questo tipo di \u201cmoneta\u201d non ha corso legale quasi da nessuna parte del mondo; l\u2019accettazione come metodo di pagamento \u00e8 quindi su base volontaria. Tuttavia, qualche stato come l\u2019Uruguay e il Venezuela hanno deciso di sperimentare l\u2019utilizzo di valuta virtuale nei propri paesi. Sono soggette a fluttuazioni molto ampie, quindi sono poco efficienti come mezzo di pagamento, in quanto risulta difficile prezzare beni e servizi. Tuttavia, visto che il numero di criptovalute che possono essere generate \u00e8 limitato, potrebbero assolvere, in futuro, a una funzione di scambio. <\/p>\n\n\n\n Si tratta di monete virtuali decentralizzate, ovvero che non rientrano sotto il controllo di istituti finanziari o governi; essendo immateriali, sembrano “green”, ma sono davvero cos\u00ec sostenibili? Siamo al punto caldo; le critiche principali che vengono mosse a queste tecnologie sono dovute alle enormi emissioni di anidride carbonica delle mining<\/em> farm<\/em>. Le macchine, lavorando in competizione per la stessa transazione, si azionano simultaneamente; questo vuol dire che si consumano quantit\u00e0 elevatissime di elettricit\u00e0 che, ovviamente, produce gas serra.<\/p>\n\n\n\n Alcune valute sono pi\u00f9 sostenibili di altre, anche solo per il minore numero di transazioni che vengono effettuate con quella moneta. Ci sono quindi pi\u00f9 fattori da considerare: il numero di transazioni, gli algoritmi e i sistemi utilizzati. Non tutte le criptomonete utilizzano il metodo proof of work<\/em>; alcune si basano su tecnologie proof of storage<\/em>, che invece di riservare capacit\u00e0 di calcolo riserva spazio di archiviazione, oppure block lattice<\/em>, un’infrastruttura simile a una catena di blocchi in cui ogni utente \u00e8 proprietario della sua catena e quindi l’intera rete non viene aggiornata contemporaneamente; si pu\u00f2 altrimenti utilizzare il sistema proof of stake<\/em>, che seleziona casualmente alcuni nodi della blockchain. Questi metodi sono molto pi\u00f9 ecologici rispetto al proof of work<\/em>.<\/p>\n\n\n\n Il meccanismo proof of stake<\/em> richiede meno dell’1% dell’energia utilizzata per minare Bitcoin; questo significa che \u00e8 possibile aumentare il numero di transazioni gestite di quasi un ordine di grandezza. Un cambiamento radicale si avr\u00e0 con il passaggio di Ethereum al sistema proof of stake<\/em>. Essendo questa valuta la seconda per importanza, il numero di operazioni gestite dalla stessa potrebbe aumentare, mentre diminuiscono i consumi necessari per la gestione. Sitografia: <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Ph. di Andr\u00e9 Fran\u00e7ois McKenzie su Unsplash Di Maila Agostini Le criptovalute sono valute visualizzabili solo conoscendo un codice di accesso; non esistono in forma fisica, quindi non \u00e8 possibile trovare in circolazione, per esempio, bitcoin in formato cartaceo o metallico. Questo tipo di \u201cmoneta\u201d non ha corso legale quasi da nessuna parte del mondo; […]<\/p>\n","protected":false},"author":3,"featured_media":1947,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_mi_skip_tracking":false},"categories":[8,101,68,395],"tags":[28,432,434,421,431,24,30,433,26,10,11,86],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/1949"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/3"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=1949"}],"version-history":[{"count":3,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/1949\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":1952,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/1949\/revisions\/1952"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/1947"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=1949"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=1949"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=1949"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}
Le criptovalute hanno alcune caratteristiche particolari:<\/p>\n\n\n\n
La maggior parte delle persone, pur avendo sentito parlare di criptovalute e blockchain, ha ancora difficolt\u00e0 a capire come funzionano queste tecnologie. Di cosa stiamo parlando esattamente? Si tratta di una risorsa finanziaria digitale decentralizzata; proprio per questo motivo, le loro fluttuazioni in borsa sono pi\u00f9 drastiche rispetto ai tradizionali prodotti economici. La pi\u00f9 nota di queste monete digitali \u00e8 il Bitcoin, le cui transazioni vengono registrate sulla blockchain, una specie di registro digitale in cui le voci sono concatenate in ordine cronologico, che rappresenta il “libro mastro” in cui vengono registrate le operazioni. Le monete virtuali possono essere utilizzate come forma di pagamento per acquisti online, essere scambiate con valute reali oppure essere trattate come un prodotto di investimento, quindi conservate e scambiate quando il mercato \u00e8 pi\u00f9 favorevole.
Ma una moneta virtuale non nasce dal nulla; ha bisogno di essere creata tramite una tecnica chiamata mining<\/em>.<\/p>\n\n\n\n
Mining Farm e alternative<\/em><\/p>\n\n\n\n
Abbiamo detto che la blockchain rappresenta il libro mastro delle valute digitali; perch\u00e9 tutte le transazioni vengano controllate, i nodi, che rappresentano decine di migliaia di computer, si collegano per supervisionare il funzionamento della catena digitale. Devono quindi dare il via libera alla transazione, verificando che sia autentica, e vengono “pagati” per questo lavoro di controllo proprio in criptovaluta. Tuttavia, non tutti i computer che si collegano approvano la transazione, masoltanto il primo che riesce a risolvere un complicato algoritmo. Si genera quindi una “gara”, in cui migliaia di computer competono per trovare la soluzione. <\/strong><\/p>\n\n\n\n
Se si trattasse soltanto di monete scambiate a fini speculativi, forse il problema non sarebbe cos\u00ec grande; in realt\u00e0, alcune di queste valute virtuali consentono l’utilizzo della tecnologia blockchain per diverse applicazioni. Cardano, per esempio, su richiesta del governo etiope, tiene traccia delle performance degli studenti, per evitare falsificazioni di certificati scolastici, piaga diffusa nel paese. Altre, invece, come Ethereum, consentono di autenticare le proprie opere d’arte digitali, permettendo agli artisti di avere un compenso per il loro lavoro. <\/p>\n\n\n\n
Verso la svolta green<\/em><\/p>\n\n\n\n
Risulta quindi evidente che i big del settore tecnologico abbiano un grande peso nella svolta green delle criptomonete. Questo ha portato parte dell\u2019industria legata al mining<\/em>, a lavorare a un accordo sul clima, in modo da limitare il costo energetico dei nodi coinvolti nelle operazioni (basti pensare che, da solo, il Bitcoin consuma annualmente la stessa energia di Hong Kong, mentre Ethereum consuma circa quanto la Lituania). Questa operazione di auto-regolamentazione si impone due tappe principali: la prima, da raggiungere entro il 2030, vede tutte le operazioni sostenute da fonti rinnovabili; la seconda tappa, fissata per il 2040, mira a raggiungere la neutralit\u00e0 climatica con emissioni zero. Questo significa che si dovr\u00e0 trovare anche uno standard comune per misurare le emissioni dovute alle valute digitali.<\/p>\n\n\n\n
Sar\u00e0 un compito arduo il coinvolgere tutti gli attori di questo mercato, proprio perch\u00e9 la maggior parte delle criptomonete \u00e8 pensata per essere un sistema decentralizzato e senza supervisione. Inoltre, momentaneamente, non si hanno obiettivi concreti, se non i due principali, la sostenibilit\u00e0 e l’impatto zero, fissati per il 2030 e il 2040. Probabilmente questo \u00e8 dovuto anche al fatto che si tratta di un settore innovativo, in cui si ha la necessit\u00e0 di trovare nuove strade. La difficile sfida per rendere green le criptovalute, guidata interamente dal settore privato, \u00e8 appena all’inizio.<\/p>\n\n\n\n
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www.cryptoclimate.org<\/a>
www.theverge.com\/<\/a>
www.greencluster.it<\/a>
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