{"id":2314,"date":"2023-03-11T20:35:03","date_gmt":"2023-03-11T20:35:03","guid":{"rendered":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/?p=2314"},"modified":"2023-06-26T08:37:49","modified_gmt":"2023-06-26T08:37:49","slug":"le-sonde-geotermiche-opportunita-energetica-per-il-contrasto-ai-cambiamenti-climatici-e-cautele-per-il-rispetto-degli-acquiferi-profondi-e-delle-risorse-idriche-ad-uso-potabile","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/2023\/03\/11\/le-sonde-geotermiche-opportunita-energetica-per-il-contrasto-ai-cambiamenti-climatici-e-cautele-per-il-rispetto-degli-acquiferi-profondi-e-delle-risorse-idriche-ad-uso-potabile\/","title":{"rendered":"Le sonde geotermiche: opportunit\u00e0 energetica per il contrasto ai cambiamenti climatici e cautele per il rispetto degli acquiferi profondi e delle risorse idriche a uso potabile"},"content":{"rendered":"\n
Di Matteo Bo<\/em><\/p>\n\n\n\n Gli impianti geotermici sono dei sistemi per il riscaldamento\/raffrescamento degli ambienti interni che sfruttano il principio dello scambio di calore con il sottosuolo. Sono comunemente conosciuti con il nome delle loro componenti principali ovvero le sonde geotermiche. Queste ultime sono sostanzialmente fori nel terreno che, raggiungendo specifiche profondit\u00e0, permettono di assorbire o cedere calore tra l\u2019ambiente interno di un edificio e il terreno sottostante. <\/p>\n\n\n\n Sono presenti due principali tipologie di impianti. I primi sono quelli a \u201csistema chiuso\u201d ovvero che sfruttano un liquido (spesso il glicole) all\u2019interno di tubazioni cieche per scambiare termicamente il calore con il terreno senza lo scambio di fluidi. I secondi sono quelli a \u201csistema aperto\u201d, di fatto dei sistemi di pozzi per la captazione e reimmissione dell\u2019acqua presente nel sottosuolo: in estate verr\u00e0 pompata in superficie acqua sotterranea per raffreddare e verr\u00e0 in seguito reimmessa pi\u00f9 calda nel sottosuolo, viceversa in inverno verr\u00e0 sfruttata la risorsa idrica per scaldare cedendola in seguito a valle del sistema.<\/p>\n\n\n\n Per entrambe queste tipologie, il dimensionamento degli impianti richiede di valutare la stratigrafia del sottosuolo e il fabbisogno dell\u2019edificio in relazione alla classe energetica, alle dimensioni dei locali e all\u2019uso degli stessi. Pu\u00f2 quindi essere necessario un numero variabile di sonde con diametri centimetrici\/decimetrici e profondit\u00e0 che possono raggiungere i 150 m, al fine di ottenere un riscaldamento o raffreddamento idoneo dei locali.<\/p>\n\n\n\n Non c\u2019\u00e8 dubbio che il sistema permetta di gestire l\u2019energia termica necessaria al comfort dei locali senza produrre emissioni dirette in atmosfera n\u00e9 consumare energia proveniente da fonti fossili (sia essa elettrica o direttamente per combustione a caldaia da metano, gpl o peggio gasolio). Ma, al netto dell\u2019esecuzione ad opera d\u2019arte dei lavori, si rende opportuno operare quanto meno una riflessione su un aspetto secondario (ma non troppo) di questi sistemi.<\/p>\n\n\n\n Come detto, in entrambe le tipologie (aperta\/chiusa) la perforazione potrebbe raggiungere profondit\u00e0 tali da superare il letto dell\u2019acquifero superficiale entrando quindi nell\u2019acquifero profondo. Per i lettori meno esperti, l\u2019acquifero \u00e8 quel sistema costituito sia dalla matrice solida presente nel sottosuolo (sistemi rocciosi compatti, ghiaie, sabbie, limi, argille che costituiscono la parte pi\u00f9 superficiale della crosta terreste) sia dall\u2019acqua contenuta nelle porosit\u00e0 presenti in questi materiali (porosit\u00e0, fratture, cavit\u00e0, ecc.). Erroneamente chiamata anche falda acquifera, l\u2019acqua presente negli acquiferi \u00e8 frutto dell\u2019infiltrazione dai corpi idrici superficiali (mari, fiumi, laghi, ecc.) e dalle precipitazioni (pioggia, neve e altri fenomeni meteorologici) e raggiunge lentamente profondit\u00e0 anche di centinaia di metri e che circola nel sottosuolo sia verticalmente sia orizzontalmente (ne sono un esempio fenomeni quali il carsismo e l\u2019intrusione delle acque saline). Esistono due famiglie di acquiferi: quelli superficiali che sono a maggior contatto con la superficie e quindi con l\u2019inquinamento antropico e quelli profondi che sono tutelati per legge poich\u00e9, avendo una maggiore qualit\u00e0 delle acque, sono destinati in modo pressoch\u00e9 esclusivo a scopi potabili. A titolo esemplificativo il passaggio tra questi due acquiferi pu\u00f2 avvenire tra i 15 e i 60 m di profondit\u00e0 come indicativamente nel caso del Nord Ovest della Pianura Padana, un dato che si pu\u00f2 verificare nei Geoportali delle arpa e delle Regioni attraverso le cartografie della base dell\u2019acquifero superficiale e delle aree di ricarica tra i due acquiferi (zone che richiedono un\u2019ulteriore tutela ambientale perch\u00e9 favoriscono gi\u00e0 naturalmente la ricarica degli acquiferi profondi).<\/p>\n\n\n\n Per questo motivo esiste un quadro normativo piuttosto delineato sia a livello nazionale\/internazionale (Direttiva Quadro sulle Acque 2000\/60\/CE, Testo Unico dell\u2019Ambiente D.Lgs. 152\/06, e nello specifico il D. Lgs. 30\/2009 di \u201cAttuazione della direttiva 2006\/118\/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee dall\u2019inquinamento e dal deterioramento\u201d) sia regionale (con specifici atti normativi e leggi delega per le attivit\u00e0 di controllo della risorsa alle provincie, comuni e alle arpa territorialmente competenti) a tutela della risorsa idrica sotterranea. Citando rapidamente il caso del Piemonte, oltre alle leggi sopra elencate, nella L.R. 22\/1996 \u201cRicerca, uso e tutela delle acque sotterranee\u201d, cos\u00ec come modificata dalla L.R. 6\/2003, all\u2019art. 2 c. 6 viene definito che \u201cPer la tutela e la protezione della qualit\u00e0 delle acque sotterranee \u00e8 vietata la costruzione di opere che consentano la comunicazione tra le falde profonde e la falda freatica<\/em>\u201d e all\u2019art. 4 c. 1 che \u201cLe acque sotterranee da falde profonde sono riservate ad uso potabile, ad eccezione di quelle individuate dal Piano di tutela delle acque di cui all\u2019articolo 44 del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152 (Disposizioni sulla tutela delle acque dall\u2019inquinamento e recepimento della direttiva 91\/271\/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91\/676\/CEE relativa alla protezione delle acque dall\u2019inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole), in quanto, in base alla vigente normativa, non destinabili a tale uso per le loro caratteristiche chimiche naturali<\/em>\u201d.<\/p>\n\n\n\n Lo sviluppo delle sonde geotermiche ha determinato la necessit\u00e0 di includere tali tecnologie in questo quadro normativo specialmente con la diffusione accelerata anche dal Superbonus 110% e specialmente in territori quali la Pianura Padana in cui gli acquiferi superficiali sono in gran parte compromessi dall\u2019inquinamento. Se le sonde a sistema aperto sono state assimilate quasi ovunque ai pozzi costituendo di fatto un prelievo e uno scarico di acque sotterranee (con relativi iter autorizzativi e concessioni), le Regioni si sono mosse in modo pi\u00f9 sparso in relazione alle sonde geotermiche chiuse (con atti normativi, regolamenti e\/o linee guida). Va chiarito infatti che, al netto delle problematiche di inquinamento che potrebbero generarsi in caso di rottura\/fessurazione e conseguente fuoriuscita del glicole, anche gli impianti chiusi possono mettere in comunicazione l\u2019acquifero superficiale con quello profondo, favorendo la filtrazione di inquinanti verso gli strati pi\u00f9 profondi. Gli atti emanati, quali il Regolamento di Regione Lombardia o le Linee Guida di Regione Piemonte contengono i requisiti minimi per la realizzazione delle opere, comprendendo anche la necessit\u00e0 di un appropriato studio della geologia sotterranea del sito. Alla presentazione delle istanze, di natura ambientale e\/o edilizia (ad. es. via, scia, cila) anche ai comuni in cui si intende realizzare un\u2019opera di efficientamento energetico comprendente le sonde geotermiche, bisogna tener conto di queste normative specifiche.<\/p>\n\n\n\n In conclusione, gli effetti ormai evidenti della crisi climatica \u2013 tra cui si evidenzia che l\u2019anno appena conclusosi \u00e8 stato il pi\u00f9 caldo mai registrato in Italia e che la grande siccit\u00e0 di questi ultimi quattordici mesi \u00e8 ancora purtroppo perdurante in molte aree quale il Nord Ovest del Paese \u2013 sottolinea in modo ormai pressoch\u00e9 unanime la necessit\u00e0 di una gestione responsabile delle risorse idriche superficiali (ghiacciai, nevai, corpi idrici) e sotterranee sia in termini di quantit\u00e0 sia di qualit\u00e0. La complessit\u00e0 delle dinamiche naturali in gioco e delle tecnologie adottate dall\u2019umanit\u00e0 richiedono quindi di valutare con grande attenzione ogni ricaduta diretta e indiretta delle proprie scelte personali, anche quando si tratta della scelta di sistemi \u201csostenibili\u201d per spostarsi, alimentarsi e scaldarsi\/raffrescarsi. <\/p>\n\n\n\n <\/p>\n\n\n\n Fonti:<\/p>\n\n\n\n https:\/\/sondegeotermiche.it\/wp-content\/uploads\/2019\/10\/Regolamento-Regionale-15-febbraio-2010-n.-7.pdf<\/a><\/p>\n\n\n\n http:\/\/www.regione.piemonte.it\/governo\/bollettino\/abbonati\/2016\/16\/attach\/dda1600000066_930.pdf<\/a> <\/p>\n\n\n\n https:\/\/www.regione.piemonte.it\/web\/temi\/ambiente-territorio\/ambiente\/acqua\/normativa-relativa-alle-acque-sotterranee<\/a><\/p>\n\n\n\n https:\/\/www.geologipiemonte.it\/comunicazioni\/regione-piemonte\/articolo\/linee-guida-regionali-per-l-installazione-e-la-gestione-delle-so<\/a><\/p>\n\n\n\n