{"id":2402,"date":"2023-05-23T11:08:30","date_gmt":"2023-05-23T11:08:30","guid":{"rendered":"http:\/\/www.semidiscienza.it\/?p=2402"},"modified":"2023-05-31T18:41:32","modified_gmt":"2023-05-31T18:41:32","slug":"lo-sfalcio-dei-prati","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/2023\/05\/23\/lo-sfalcio-dei-prati\/","title":{"rendered":"Lo Sfalcio dei Prati"},"content":{"rendered":"\n

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Di Matteo Bo<\/em><\/p>\n\n\n\n

Lo sfalcio dei prati, inteso come la fienagione dei campi agricoli o pi\u00f9 semplicemente il taglio dell\u2019erba nel proprio giardino, \u00e8 un\u2019azione che pu\u00f2 avere un impatto non trascurabile sull\u2019ambiente. In questo articolo, nella fase dell\u2019anno in cui si verifica la maggior frequenza dei tagli, si descriveranno alcune caratteristiche di questo fenomeno ecologico alla micro-scala dando qualche spunto utile nella gestione delle aree verdi urbane e delle conseguenti ricadute per le numerose forme di vita che ospitano.<\/p>\n\n\n\n

\u00c8 un dato ormai assodato che il passaggio dai sistemi tradizionali di coltivazione all\u2019agricoltura intensiva ha eliminato una notevole quantit\u00e0 di spazi e nutrienti per numerose specie animali e vegetali che prosperavano nelle nostre campagne. Un esempio tipico \u00e8 il taglio degli alberi ad alto fusto e l\u2019eliminazione delle siepi cos\u00ec come l\u2019estensione delle superfici coltivate a monocoltura (mais tipicamente) che hanno stravolto il paesaggio della pianura padana (e non solo) generando la forte riduzione o sparizione di varie specie autoctone di invertebrati, piccoli mammiferi e uccelli. La seguente immagine tratta dal sito dell\u2019associazione culturale La Biolca<\/a> rende un\u2019idea di tale sconvolgimento del paesaggio agricolo.<\/p>\n\n\n\n

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Fonte: La Biolca<\/a><\/figcaption><\/figure>\n\n\n\n

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Questo contesto ha portato le rimanenti specie animali a rivolgersi alle superfici ancora naturali, ai prati incolti e agli spazi urbani (parchi pubblici e giardini privati) per procacciarsi i nutrienti necessari. Il taglio dell\u2019erba in queste aree pu\u00f2 stravolgere nel giro di pochi minuti non solo l\u2019estetica del posto ma anche le possibilit\u00e0 di sopravvivenza di molti animali e lo stesso micro-clima. Un prato fiorito \u00e8 infatti la casa vera e propria di vari animali (invertebrati di vario ordine, serpenti e piccoli roditori per fare qualche esempio) nonch\u00e9 il \u201cnegozio di alimentari\u201d di tutte le specie impollinatrici. Inoltre, la presenza di \u201cerba alta\u201d comporta una maggiore capacit\u00e0 di trattenere l\u2019umidit\u00e0 da parte del terreno agendo in contrasto con i fenomeni di erosione e siccit\u00e0, proteggendo anche gli arbusti e le piante ad alto fusto dai prolungati periodi senza precipitazioni.<\/p>\n\n\n\n

Come descritto in un recente articolo di Nuova Ecologia<\/a>, in alcuni paesi quali la Germania e la Svizzera sono state regolamentate le attivit\u00e0 di sfalcio per contrastare la perdita di biodiversit\u00e0 da esse generato. Con poca differenza nelle scelte effettuate nella gestione delle proprie aree verdi pubbliche e private si pu\u00f2 infatti arricchire o impoverire fortemente l\u2019ecosistema di una citt\u00e0 e dei suoi dintorni. Un esempio \u00e8 quello di uno studio condotto nella Riserva naturale di Canale Monterano<\/a> sulle frequenze orarie di passaggio al nido per nutrire i pulli da parte di differenti famiglie di uccelli Saltimpalo: nelle aree sfalciate si \u00e8 passati da 24-25 prede\/ora a 12-13 prede\/ora con una riduzione anche delle dimensioni degli insetti predati e conseguentemente delle possibilit\u00e0 di vita dei piccoli. Un dato altres\u00ec significativo \u00e8 che tra Stati Uniti e Canada (ma la situazione in Italia pu\u00f2 essere richiamata, pur con le dovute proporzioni) la scelta di coltivare i giardini  \u201call\u2019inglese\u201d occupa uno spazio di circa 25 milioni di ettari (circa 10 volte la Sardegna come sottolineato in un post di Alberto DeLogu): si tratta della pi\u00f9 grande tipologia di \u201ccoltivazione\u201d del Nord America, con una biodiversit\u00e0 bassissima, senza fornire nutriente alla grandissima maggioranza delle specie animali che vivono nei prati, determinando il consumo di milioni di barili di benzina e producendo milioni di tonnellate di anidride carbonica.<\/p>\n\n\n\n

Per fortuna esistono alcune buone pratiche, soprattutto anche di semplice implementazione, per ridurre o evitare lo sconvolgimento dovuto al taglio delle aree verdi, tra le quali:<\/p>\n\n\n\n