2<\/sup>: \u201cLa valorizzazione del pensiero spontaneo dei ragazzi consentir\u00e0 di costruire nel tempo le prime formalizzazioni in modo convincente per ciascun alunno. La gradualit\u00e0 e non dogmaticit\u00e0 dell\u2019insegnamento favorir\u00e0 negli alunni la fiducia nelle loro possibilit\u00e0 di capire sempre quello che si studia, con i propri mezzi e al proprio livello\u201d.<\/p>\n\n\n\nForte di questi suggerimentiho cominciatoper prima cosa a curare i \u201cpreparativi del viaggio\u201dinteressandomi a ci\u00f2 che i miei alunni avevano fatto alla scuola primaria, non limitandomi a una semplice ricognizione degli argomenti trattati. Richiamare alla mente esperienze pregresse comporta infatti la ricostruzione di un puzzle a pi\u00f9 mani, attivit\u00e0 impegnativa, ma anche produttiva perch\u00e9 non si \u00e8 soli e si possono mettere a fuoco oltre al problema affrontato anche difficolt\u00e0, dubbi, errori. Ho verificato che una delle attivit\u00e0 comunemente svolta alla scuola primaria \u00e8 quella della germinazione del seme effettuata con varie modalit\u00e0,ricorrendo acotone idrofilo umido, mezze bottigliette di plastica riempite con segatura, vasetti con terriccio, vassoireperiti al negozio di agraria, approcci diversi che inducono a confrontare le diverse esperienze.Solitamente i ricordi vengono riportatidagli alunni in modo \u201cdisordinato\u201d e diventa necessario riorganizzarli chiedendo ad esempio di riprodurre un esperimento svolto o di ricostruire ciclo vitale di una pianta dalla semina alla raccolta di nuovi semi. Saranno gli alunni stessi, indotti dalle richieste di chiarimento dei compagni, a organizzare in modo logico e comprensibile la loro esposizione fornendo all\u2019insegnante informazioni utili per capire cosa hanno imparato e come ragionano.<\/p>\n\n\n\n
Un\u2019altra abitudine didattica maturata ha riguardato la comprensione del significato ditermini scientifici. Tale attenzione deriva dalla convinzione che raccontare la storia delle parole aiuta a comprendere non solo il loro significato, ma anche le idee che le accompagnano,cosa che favorisceanche la costruzione di connessioni. Sono stati cos\u00ec indagati i significati di cellula<\/em>, fotosintesi clorofilliana<\/em>, microbiologia<\/em>, protozoo<\/em> solo per citare alcuni termini. Non solo. Nelle scienze sono comuni parole composte e conoscere il significato di prefissi e prefissoidi, come di suffissi e suffissoidi permette di giocare a montare e smontare le parole come fossero costruzioni lego. Per darel\u2019idea basta pensare a quelle che si possono formare con bio<\/em>, eco<\/em>, geo, micro.<\/em><\/p>\n\n\n\nFuori dall\u2019aula<\/strong><\/p>\n\n\n\nFare dell\u2019aula una palestra didattica non significa per\u00f2 restarvi sempre confinati, moltissime sono le occasioni per uscirne. Indubbiamente la cosa pi\u00f9 facile \u00e8trasferirsi in un\u2019aula attrezzata a laboratorio scientifico, ma nell\u2019 indagine sui viventi sar\u00e0 proprio dai territori esterni che proverranno le esperienze pi\u00f9 significative, quelle che permetteranno di mettere dare senso e spazio a ci\u00f2 che \u00e8 stato trattato in classe.<\/p>\n\n\n\n
Alcune di queste esperienze si sono rivelate particolarmente incisive per promuovereprocessi quali osservare, descrivere, classificare, stabilire relazioni, fare congetture.L\u2019indagine sulla diversit\u00e0 dei viventi offre cos\u00ec tante occasioni che c\u2019\u00e8 solo l\u2019imbarazzo della scelta e non c\u2019\u00e8 da meravigliarsi che le piante rappresentino il primo terreno da esplorare, non c\u2019\u00e8 bisogno di andarle a scovare, basta fare un passo fuori dalla scuola per incontrarealberi solitamente ignorati. A parte ilriconoscimento di pini e cipressinon mi \u00e8 mai infatti capitato che qualcuno indicasse con il nome comune il leccio, la farnia, il tiglio, il platano che stavano proprio l\u00ec in prossimit\u00e0 dell\u2019ingresso di scuola. Una buona occasione per dedicareloro un po\u2019 di attenzione scoprendo cos\u00ec inaspettati caratteri comuni. Chiamarli per nome diventa a questo punto un\u2019esigenza, sancisce l\u2019appartenenza a un insieme con determinate propriet\u00e0 e fa capire il senso del riconoscimento. Si d\u00e0 il nome a qualcosa che si distingue, ma quale nome? Si fa strada un primo concetto di specie (\u00e8 alla specie e non all\u2019individuo che si d\u00e0 il nome, quello di genere nasce invece dalla ricerca di un indizio di parentela). Si scoprono cos\u00ec i nomi generici e quelli specifici a costituire una gerarchia.<\/p>\n\n\n\n
Si comprende cos\u00ec che le querce sono molto diverse tra loro, che non tutte hanno foglia lobata, ma tutte hanno le ghiande.<\/p>\n\n\n\n
L\u2019esplorazione del fuori scuola porter\u00e0 ad allargare il campo di osservazionee a promuovere unavisione sistemica.Si pu\u00f2 far didattica laboratoriale ovunque, ma constatare che la vita si manifesta con adattamenti ambientali \u00e8 qualcosa che lascia il segno. Allontanarsi dalla scuola diventer\u00e0 pertanto un bisogno naturale e potr\u00e0 succedere, come \u00e8 avvenuto nella mia esperienza, di arrivare fino al mare.<\/p>\n\n\n\n
Ricordo la scopertadell\u2019 ambiente dunalecome la pi\u00f9 arricchente dal punto di vista formativo, sia per me che per i miei alunni,viste le scarse aspettative che avevamo:\u201cChe ci sar\u00e0 mai di interessante su una distesa di sabbia?\u201dD\u2019altra partenell\u2019immaginario collettivo la sabbia evoca il deserto. Altro che deserto! La ricchezza di vita \u00e8 stupefacente tanto pi\u00f9 se vista inottica sistemica. Quante persone sono ad esempio in grado di mettere in relazione le cosiddette \u201cpalle di mare\u201d(nome scientifico egagropile<\/em>) con il disfacimento della Posidonia oceanica<\/em>? Scoprireio stessa che erano residui fogliari fibrosi di una pianta marina, e non alghe come comunemente si crede, mi ha spronatoa mettere a frutto la meraviglia di tale scoperta.Sicuramente lo stessostupore l\u2019avrebbero provato i miei alunni e da questo alla voglia di vedere, al saper vedere e al problematizzare, il passo sarebbe stato breve.<\/p>\n\n\n\nIl discorso didattico, nel mio caso \u00e8 iniziato proprio dalle \u2018palle di mare\u2019 per indagare non solo la loro genesi, ma soprattutto la loro composizione e utilit\u00e0 (tutto serve nell\u2019economia della natura!)<\/p>\n\n\n\n
<\/figure><\/div>\n\n\n\nLa raccolta di vari reperti ci ha permesso di capire che le fibre vegetali disgregate dal moto ondoso si riaggregano a formare strutture arrotondate.<\/p>\n\n\n\n
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Non \u00e8 stato poi difficile comprendere la loro importanza nella formazione delle dune. \u00c8 bastato osservare la loro presenza in uno spaccato dunale. Cosa ci stavano a fare l\u00ec dentro, lontano dalla battigia?<\/p>\n\n\n\n
Una volta verificato in classe il potere imbibente delle egagropile (incredibile quanta acqua riescono ad assorbire!) si \u00e8 fatta strada l\u2019ipotesi che l\u2019acqua piovana intrappolata al loro interno costituisse una riserva di acqua dolce per le piante che possono mettervi radici creando cos\u00ec l\u2019impalcatura dunale.<\/p>\n\n\n\n
Certo non tutte servono a fare duna e gli accumuli spiaggiati (banquettes)<\/em>di posidonia che si ritrovano su molti litorali spalmati sulla battigia vengono malvisti dai bagnanti che li considerano un rifiuto e come tale un elemento di disturbo. Si pu\u00f2 invece scoprireche costituiscono un materiale che pu\u00f2 essere raccolto ed utilizzato per vari scopi, trasformandolo da rifiuto a preziosa risorsa ambientale ed economica3<\/sup>.Purtroppo durante le nostra uscite in riva al mare abbiamo anche potuto constatare che in spiaggia si accumulano altri tipi di rifiuti del tutto innaturali riscontrandoquanto la plastica abbia invaso e alterato questo ambiente. Si apre a questo punto un altro campo di indagine per capire da dove provenga tutta questa plastica e come va gestita. Portarsi in classe i problemi emersi durante le uscite \u00e8 un bel modo per superare l\u2019idea che le scienze siano confinate nei libri e che i concetti e le abilit\u00e0 costruiti a scuola siano forme inerti di istruzione. \u00c8 un occasione peraffrontare i problemi in modo critico e imparare ad assumersi la responsabilit\u00e0 delle proprie azioni.<\/p>\n\n\n\nLe risorse museali<\/strong><\/p>\n\n\n\nAlle risorse naturali, ben si affiancano quelle dei musei non distanti da scuola. Nella mia esperienza Orto Botanico e Museo di Storia Naturale hanno rappresentato luoghi significativi che hanno ben supportano il lavoro di classe.<\/p>\n\n\n\n
Certo \u00e8 necessario avere le idee chiare e non delegare a chi solitamente in tali luoghi guida i laboratori per le scuole; prima di tutto serve conoscere le risorse museali per capire come poterle utilizzare in modo laboratoriale. Il vasto campionario di esemplari l\u00ec rintracciabili permetter\u00e0 di<\/p>\n\n\n\n
<\/figure><\/div>\n\n\n\nrafforzare il concetto di biodiversit\u00e0 e riveler\u00e0 caratteri adattativi non ancora esplorati. Le piante delle serre e dell\u2019idrofitorio dell\u2019 Orto Botanico saranno utilissime per tali scopi. Rilevare ad esempio l\u2019esistenza di foglie carnose, lucide come se fossero ricoperte di cera, trasformate in spine, pelose sulla pagina inferiore, permetter\u00e0 di espandere il concetto di variabilit\u00e0 e condurr\u00e0 a fare congetture sempre pi\u00f9 argomentate. Due opportunit\u00e0 offerte anche dal Museo di Storia Naturale.<\/p>\n\n\n\n
Tra le tante esperienze possibiline segnalo unasui pesci di acqua dolce che si \u00e8 rivelata particolarmente proficua, e non c\u2019\u00e8 da stupirsi visto che gli animali vivi ela grande variet\u00e0 di forme e colori (sorprendente per pesci d\u2019acqua dolce)esercitano di per s\u00e9grande attrattivafacilitando il confronto e la scoperta della relazione forma-funzione4<\/sup>.<\/p>\n\n\n\nLe diverse forme e le diverse posizioni di bocca e pinne hanno permesso infatti di inferire aspetti rilevanti della vita animale, quali il modo di spostarsi in acqua, l\u2019alimentazione, il rapporto preda-predatore. \u00c8 un percorso di affinamento dell\u2019osservazione lento e graduale, quello che porta a comprendere che occhi posti nei pressi della superficie dell\u2019acqua e bocca rivolta verso l\u2019alto rappresentano un adattamento all\u2019alimentazione di insetti e piccoli pesci, e a capire come anche le pinne situate in prossimit\u00e0 della coda siano adatte a spiccare salti per catturare prede.<\/p>\n\n\n\n
<\/figure><\/div>\n\n\n\nEsplorazioni in lungo e in largo<\/strong><\/p>\n\n\n\nPrima di concludere la mia riflessione voglio rafforzare tre aspetti che sono alla base dell\u2019insegnamento scientifico (e non solo),ricorrendo all\u2019immagine mentale dell\u2019esplorare \u201cin lungo e in largo\u201d. Ho gi\u00e0 parlato di esplorazione e di curricolo verticale, ma mi fa piacere associarli adesso anche a una visione trasversale che chiama in causa anche altre discipline.<\/p>\n\n\n\n
L\u2019esplorazione<\/strong> non \u00e8 altro che l\u2019approccio ai problemi, un\u2019azione di ricerca che si sviluppa in varie direzioni, di cui due mi appaiono privilegiate per fare cultura: la continuit\u00e0 nel tempo (lungo,<\/strong> in questo caso d\u00e0 l\u2019idea di una durata che si protrae per tutto l\u2019arco del I ciclo d\u2019istruzione) e l\u2019attraversamento di vari ambiti disciplinari (largo,<\/strong>suggerisce un ampliamento di vedute e il superamento di barriere culturali) .<\/p>\n\n\n\nMentre l\u2019indagine per problemi si sta diffondendo nell\u2019insegnamento, non mi pare di poter dire altrettanto delle \u201cestensioni\u201d in lungo<\/em> e in largo<\/em>.<\/p>\n\n\n\nPer osservare non basta attivare tutti i canali percettivi (i nostri strumenti naturali),servono anche le parole adatte per descrivere le propriet\u00e0 percepite e la conoscenza degli ordinatori logici del testo descrittivo, servono in pratica competenze linguistiche.<\/p>\n\n\n\n
A questo punto diventa utile e necessario coinvolgere l\u2019insegnante di lettere per costruire un percorso specifico, sperimentarlo incompresenza, in pratica procedere \u201cin lungo e in largo\u201d anche per passare il messaggio che le materie scolastiche hanno bisogno di interagire e dialogare tra loro:anche la geografia, la storia, la tecnologia, l\u2019arte contribuiscono ad ampliare la visuale con le connessioni che permettono di fare.<\/p>\n\n\n\n
Conoscere ad esempio la storia della scoperta dei microrganismi, o gli esperimenti che hanno permesso di superare teorie errate come ad esempio quella della generazione spontanea o che hanno portato a conquiste come la vaccinazione, fa comprendere quanto possa essere lungo, difficile, rigoroso, il cammino della scienza e mette in guardia da idee estemporanee e posizioni negazioniste.<\/p>\n\n\n\n
Fondamentali sono le connessioni con la matematica, pi\u00f9 facili da individuare e gestire in quanto rientrano a pieno titolo nell\u2019insegnamento delle Scienze. Utilissimo il campo sterminato dei dati statistici per analizzare e prevedere fenomeni, per dare significato ai grafici. Utilissimo per imparare a leggere e interpretare diversi tipi di grafici, leggere e interpretare fenomeni come ad esempio quello dei cambiamenti climatici che ci colloca al centro di un cambiamento epocale unico, articolato in molteplici aspetti5<\/sup>. Ecco che i numeri e le loro rappresentazioni diventano il riferimento irrinunciabile per spiegare le tante \u201ccrisi\u201d che avvertiamo intorno a noi e ci permettono di individuarne le interconnessioni. Si far\u00e0 strada la convinzione che solo su basi scientifiche saremo in grado di assumere comportamenti non autodistruttivi.<\/p>\n\n\n\nConclusioni<\/strong><\/p>\n\n\n\nNel fare scienze nel primo ciclo d\u2019Istruzione quello che pi\u00f9 conta non sono tanto le conoscenze, ma gli atteggiamenti e i processi di pensiero: porsi interrogativi e imparare a smontare la complessit\u00e0 individuando componenti, processi, relazioni, isolando le questioni senza per\u00f2 perdere di vista il loro legame con altri elementi del sistema e campi del sapere. Si tratta poi di ragionare attorno a organizzatori del pensiero scientifico quali: diversit\u00e0, cambiamento, interazione, adattamento, macroscopico, microscopico\u2026.e per questo ogni essere vivente \u00e8 uno scrigno ricolmo di opportunit\u00e0 didattiche.<\/p>\n\n\n\n
Sono consapevole di averne colte solo alcune, ma l\u2019idea di fondo era sottolineare come un\u2019attivit\u00e0 possa diventare esemplaredal punto di vista metodologico e come taletrasferibile in altri contesti, su altri \u201coggetti\u201d, non solo viventi.Certo \u00e8 che si deve fare i conti con i diversi punti di vista di genitori e anche di colleghi che non condividono la scelta di dedicare molto tempo a ragionare su un solo ambiente o su alcuni alberi o pesci. Fortunatamente i ragazzi comprendono che andare oltre la superficialit\u00e0 d\u00e0 un grande potere e se all\u2019inizio fanno una gran fatica, alla fine riconoscono di poter affrontare il nuovo senza timore perch\u00e9 possiedono gli strumenti cognitivi per farlo. Tanto basta per ripagare anche la fatica dell\u2019insegnante.<\/p>\n\n\n\n
<\/p>\n\n\n\n
1. https:\/\/www.naturalmentescienza.it\/NATrivista\/NATURALMENTE%20tutto.mp4<\/p>\n\n\n\n
2.https:\/\/www.miur.gov.it\/documents\/20182\/51310\/DM+254_2012.pdf<\/a><\/p>\n\n\n\n3. https:\/\/www.isprambiente.gov.it\/it\/attivita\/formeducambiente\/educazione-ambientale\/progetti-ed-iniziative-1\/posidonia-spiaggiata-una-risorsa-ambientale<\/p>\n\n\n\n
4.https:\/\/www.msn.unipi.it\/wp-content\/uploads\/2015\/09\/Presentazione-Simone-Farina-PESCI-PARTE-2.pdf<\/p>\n\n\n\n
<\/p>\n\n\n\n
Articolo di: Lucia Stelli, socia di Semi di Scienza ed ex insegnante di matematica e di scienze<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
Di Lucia Stelli La mia lunga esperienza di insegnante di matematica e scienze nella scuola secondaria di primo grado e il mio ruolo di curatrice della rubrica \u201cFare scuola\u201d nella rivista Naturalmente Scienza1, costituiscono le premesse per ripercorrere con un certo distacco e in modo critico il mio percorso professionale. Ci\u00f2 che per\u00f2 pi\u00f9 mi […]<\/p>\n","protected":false},"author":6,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_mi_skip_tracking":false},"categories":[8,16,87,49,1],"tags":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/2616"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/6"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=2616"}],"version-history":[{"count":5,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/2616\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":2929,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/2616\/revisions\/2929"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=2616"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=2616"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=2616"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}