{"id":3013,"date":"2024-12-04T11:14:00","date_gmt":"2024-12-04T11:14:00","guid":{"rendered":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/?p=3013"},"modified":"2024-12-13T17:15:25","modified_gmt":"2024-12-13T17:15:25","slug":"trattato-globale-sulla-plastica-inc-5-chiude-senza-accordo-si-va-al-2025","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/2024\/12\/04\/trattato-globale-sulla-plastica-inc-5-chiude-senza-accordo-si-va-al-2025\/","title":{"rendered":"Trattato globale sulla plastica, INC-5 chiude senza accordo: si va al 2025"},"content":{"rendered":"\n

di Tosca Ballerini<\/em><\/strong>, articolo gi\u00e0 pubblicato su Materia Rinnovabile: https:\/\/www.renewablematter.eu\/trattato-globale-sulla-plastica-inc-5-chiude-senza-accordo-rimandato-2025<\/p>\n\n\n\n

Il quinto ciclo di negoziati (INC-5) per uno strumento internazionale giuridicamente vincolante (Internationally Legally Binding Instrument<\/em>, ILBI) contro l\u2019inquinamento da plastica si \u00e8 chiuso a Busan, in Corea del Sud, alle 2:50 del mattino di luned\u00ec 2 dicembre senza un accordo<\/strong>. Il Comitato intergovernativo di negoziazione ha deciso di riunirsi nuovamente in una sessione aggiuntiva nel 2025 nella quale le negoziazioni riprenderanno sulla base di un documento informale prodotto dal Presidente di INC, Vayas Valdivieso.<\/p>\n\n\n\n

Secondo l\u2019agenda dei lavori<\/a>, i delegati avrebbero dovuto lavorare in quattro gruppi di contatto per arrivare a produrre una bozza sostanziale dell\u2019ILBI entro venerd\u00ec 29 novembre. Questo avrebbe dato il tempo al Legally Drafting Group<\/em> di esaminare la bozza dell\u2019accordo prima della sua adozione da parte dei negoziatori entro domenica 1\u00b0 dicembre. I lavori per\u00f2 sono andati a rilento e i negoziatori non sono riusciti a produrre nessun testo<\/strong>. Tre i punti sui quali c\u2019\u00e8 stato il maggior disaccordo: prodotti e sostanze chimiche problematiche utilizzate nei prodotti di plastica (bozza dell\u2019articolo 3 nel terzo non paper<\/a> di Vayas Valdivieso); produzione (supply,<\/em> bozza dell\u2019articolo 6); finanza, compresa l’istituzione di un meccanismo finanziario (bozza dell\u2019articolo 11).<\/p>\n\n\n\n

Trattato globale sulla plastica, i punti critici<\/strong><\/h2>\n\n\n\n

Per le bozze dell\u2019articolo 3 e dell\u2019articolo 6<\/strong>, le opinioni dei negoziatori andavano dall\u2019esclusione totale della questione dall\u2019ILBI (posizione mantenuta dai Like-minded countries e dal gruppo arabo), alle proposte di elenchi dei prodotti e delle sostanze chimiche pi\u00f9 dannose da vietare nei prodotti di plastica e dell\u2019introduzione di un obiettivo globale per ridurre la produzione di polimeri plastici primari a livelli sostenibili e promuovere l’economia circolare, adottando misure lungo l’intero ciclo di vita della plastica (posizione mantenuta dai paesi della High Ambition Coalition e da altri \u201cstati volenterosi).<\/p>\n\n\n\n

Sulla bozza dell’articolo 11<\/strong>, le opinioni condivise includevano la necessit\u00e0 di un meccanismo finanziario dedicato e autonomo, finanziato principalmente dai paesi sviluppati che avrebbe facilitato i paesi in via di sviluppo nell’attuazione del futuro trattato. Includevano anche un meccanismo finanziario, finanziato da tutte le parti e da fonti aggiuntive, tra cui l’industria.<\/p>\n\n\n\n

Non si \u00e8 trovato un accordo neanche su alcuni argomenti che sembravano essere meno divisivi, come la gestione dei rifiuti<\/strong>. Durante la riunione plenaria di mercoled\u00ec 27 novembre, la maggior parte dei negoziatori ha espresso frustrazione riguardo le tattiche dilatorie messe in atto dal gruppo dei Like-minded countries<\/em>. \u201cQuesta situazione si sta trasformando in una mini COP sul clima\u201d, ha detto il giorno dopo un delegato sottolineando le \u201ctattiche dilatorie simili\u201d a quelle osservate durante i negoziati sul clima<\/a>. Il riferimento \u00e8 all\u2019utilizzazione del consenso per bloccare ogni progresso<\/strong>. Ad apertura dei lavori, il 25 novembre, India, Federazione Russa, Kazakistan, Bahrein, Egitto, Arabia Saudita per il gruppo arabo e Kuwaitper i Like-mindedcountries avevano ribadito che tutte le decisioni su questioni sostanziali avrebbero dovuto essere prese tramite consenso e che la regola procedurale 38.1 (che prevede il ricorso al voto qualora non sia trovi il consenso) non avrebbe dovuto essere invocata.<\/p>\n\n\n\n

Gli sforzi di Vayas Valdivieso e le consultazioni a porte chiuse<\/strong><\/h2>\n\n\n\n

Per cercare di superare lo stallo nelle negoziazioni, venerd\u00ec 29 novembre Vayas Valdisvieso ha interrotto i lavori dei gruppi di contatto e intrapreso delle consultazioni informali a porte chiuse. Sulla base delle opinioni raccolte dai delegati dei vari paesi, Vayas Valdivieso ha prodotto un nuovo documento informale<\/strong> (il suo  quarto non-paper) che \u00e8 stato fatto circolare nella sera. Secondo gli osservatori, la decisione del presidente di INC di produrre una nuova bozza del testo dell\u2019accordo \u00e8 stata una mossa coraggiosa e \u201cpotenzialmente uno dei momenti pi\u00f9 significativi della trattativa<\/strong>\u201d. In plenaria l\u2019Arabia Saudita aveva infatti detto che il rischio maggiore sarebbe stato quello di \u201cvedersi paracadutare un testo dall\u2019alto\u201d.<\/p>\n\n\n\n

Le consultazioni informali a porte chiuse sono continuate anche sabato 30, quando hanno cominciato a circolare voci di un INC-5.2 o di un’estensione della riunione in corso fino a marted\u00ec 3 dicembre. Nel pomeriggio di domenica 1\u00b0 dicembre Vayas Valdivieso ha reso pubblica una quinta versione <\/strong>del suodocumento informale (Chair\u2019s Text<\/a>). Nella plenaria finale di domenica sera, i delegati hanno deciso di aggiornare la seduta <\/strong>a una prossima riunione nel 2025<\/strong>, e alla 1:13 del mattino di luned\u00ec 2 dicembre hanno accettato il nuovo testo del presidente di INC come base per le negoziazioni.<\/p>\n\n\n\n

\u201cSebbene INC-5 abbia visto progressi sul testo, non \u00e8 riuscito ad affrontare i problemi politici e procedurali di fondo che hanno rovinato questo processo fin dall’inizio\u201d, ha detto a Materia Rinnovabile<\/em> Magnus L\u00f8vold <\/strong>della Norwegian Academy of International Law.\u201cPenso che sempre pi\u00f9 paesi vedano che alcuni dei paesi coinvolti, come l’Arabia Saudita e la Russia, stanno negoziando in malafede<\/strong> e non accetteranno mai un trattato, per non parlare di un trattato efficace. Affinch\u00e9 INC-5.2 abbia successo, i paesi ambiziosi devono lasciarsi alle spalle gli spoiler e concludere un trattato senza di loro. Questo \u00e8 chiaramente l’unico modo. Le dichiarazioni congiunte rilasciate in plenaria da Ruanda e Messico mostrano che c’\u00e8 una maggioranza progressista che potrebbe essere disposta a farlo.\u201d<\/p>\n\n\n\n

Ruanda, Messico e Panama alla guida dei paesi volenterosi<\/strong><\/h2>\n\n\n\n

Nella plenaria di domenica sera, Juliet Kabera, negoziatrice del Ruanda<\/strong> (paese co-chair assieme alla Norvegia della High Ambition Coalition), parlando a nome di 85 stati ha espresso \u201cforti preoccupazioni circa le continue richieste da parte di un piccolo gruppo minoritario di paesi di rimuovere dal testo le disposizioni vincolanti <\/strong>che sono indispensabili affinch\u00e9 il trattato sia efficace\u201d. Alla fine del suo intervento ha chiesto ai presenti in sala di alzarsi in piedi se fossero stati d\u2019accordo con un trattato globale forte. Quasi tutta la sala si \u00e8 alzata in piedi, un segno molto chiaro di ambizione. Dopo di lei, Camila Zepeda del Messico<\/strong> ha iniziato il suo intervento leggendo i nomi dei 95 paesi che hanno sottoscritto una disposizione \u201clegalmente vincolante\u201d per \u201celiminare gradualmente\u201d i prodotti di plastica pi\u00f9 dannosi e le sostanze chimiche preoccupanti utilizzate nella loro produzione.<\/p>\n\n\n\n

In una conferenza stampa per gli stati membri che si era tenuta prima della assemblea plenaria, gli stati in via di sviluppo e i membri dell\u2019UE insieme hanno dato una \u201cdimostrazione eroica di forza\u201d. Juan Carlos Monterrey di Panama <\/strong>aveva detto: “Questa non \u00e8 un’esercitazione, questa \u00e8 una lotta per la sopravvivenza. La plastica non \u00e8 comoda, \u00e8 un’arma di distruzione di massa<\/strong>. Se non otteniamo un ambizioso trattato di Busan sar\u00e0 un tradimento… la storia non ci perdoner\u00e0”. Secondo il Center for International Environmental Law (CIEL), anche l’UE ha svolto un \u201cruolo cruciale\u201d<\/strong>: Anthony Agotha \u200b\u200b(UE) e Olga Givernet (Francia) hanno entrambi rilasciato dichiarazioni a favore della produzione e di altre misure ambiziose.<\/p>\n\n\n\n

“Quello che abbiamo visto a Busan \u00e8 stata un’arma del consenso da parte di un piccolo numero di paesi per bloccare i progressi e indebolire i negoziati”,ha detto David Azoulay<\/strong>, Direttore di Environmental Health a CIEL. “Dobbiamo resistere all’idea che questo processo sia destinato a rimanere paralizzato dall’ostruzione<\/strong>. Alla prossima sessione, i paesi devono chiarire una volta per tutte che sono pronti a usare tutte le opzioni, incluso il voto, per realizzare il trattato che continuano a sostenere sia necessario”.<\/p>\n\n\n\n

Molti lobbysti ai negoziati per il Trattato globale sulla plastica<\/strong><\/h2>\n\n\n\n

Nel secondo giorno di negoziazioni i rappresentanti della societ\u00e0 civile hanno denunciato l\u2019organizzazione di INC-5 per le disposizioni che limitavano gravemente la partecipazione ai negoziati. Nonostante i quasi 1.900 partecipanti all’INC, i lavori dei gruppi di contatto erano stati tenuti in stanze con solo 60 posti assegnati ai partecipanti non membri, una cifra che ammonta al 3% dei partecipanti registrati. La situazione \u00e8 stata poi risolta nei giorni successivi.<\/p>\n\n\n\n

Sempre marted\u00ec 26 novembre, un\u2019analisi<\/a> di CIEL ha mostrato che 220 lobbisti dell’industria chimica e dei combustibili fossili <\/strong>erano registrati per partecipare all’INC-5. Presi insieme, sarebbero il singolo paese<\/em> pi\u00f9 grande. Per fare un paragone: la Repubblica di Corea, paese ospitante, aveva 140 rappresentanti, le delegazioni dell’Unione Europea e di tutti i suoi stati membri insieme 191, mentre gli scienziati indipendenti della Scientists\u2019 Coalition for an Effective Plastics Treaty erano 70.<\/p>\n\n\n\n

“Come scienziati indipendenti, siamo preoccupati che la scienza sia stata usata impropriamente per creare confusione e ritardi da parte di alcuni stati membri\u201d, ha detto Trisia Farrelly<\/strong>, professoressa e membro onorario presso la Massey University e scienziata senior presso il Cawthron Institute (Nuova Zelanda) in un comunicato stampa<\/a> della Scientists\u2019 Coalition rilasciato dopo la chiusura di INC-5. \u201cCi\u00f2 sottolinea ulteriormente l’importanza di una scienza e di strategie indipendenti<\/strong> e solide per impedire che i conflitti di interesse facciano deragliare il futuro trattato.”<\/p>\n\n\n\n

In una conferenza stampa dell’International Indigenous Peoples’ Forum on Plastics tenutasi sabato 30 novembre, i rappresentanti indigeni<\/strong> hanno detto, in riferimento alle consultazioni informali a porte chiuse: “Siamo stati messi a tacere e sottovalutati <\/strong>strategicamente” in queste negoziazioni. “Come si pu\u00f2 parlare di una giusta transizione, quando non ci viene dato uno spazio al tavolo?”<\/p>\n\n\n\n

Immagine: Camila Isabel Zepeda Lizama, Messico, a nome di 95 paesi. Foto: IISD\/ENB – Kiara Worth<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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