{"id":950,"date":"2020-05-11T16:23:36","date_gmt":"2020-05-11T16:23:36","guid":{"rendered":"http:\/\/www.semidiscienza.it\/?p=950"},"modified":"2020-05-12T08:35:22","modified_gmt":"2020-05-12T08:35:22","slug":"mascherine-e-guanti-una-nuova-ripartenza-o-la-solita-vecchia-storia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.semidiscienza.it\/2020\/05\/11\/mascherine-e-guanti-una-nuova-ripartenza-o-la-solita-vecchia-storia\/","title":{"rendered":"Mascherine (e guanti): una nuova ripartenza o la solita vecchia storia?"},"content":{"rendered":"\n
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All\u2019inizio del mese di aprile \u00e8 uscito sul \u00abmanifesto\u00bb un bell\u2019articolo di Angel Luis Lara [1], tradotto da Pierluigi Sullo dallo spagnolo e comparso originariamente sul quotidiano indipendente online \u00abEl Diario\u00bb pochi giorni prima, alla fine di marzo.<\/p>\n\n\n\n
\u00c8 un articolo che dice cose ragionevoli,\ncondivisibili, di cui anche i pi\u00f9 \u201cdistratti\u201d hanno una qualche cognizione. Al\nsuo interno si traccia brevemente la storia, anche scientifica, che ha portato\n\u201cin tempi non sospetti\u201d (2016 e anche diversi anni prima) a identificare rischi\ne pericoli di uno spillover<\/em>, cio\u00e8 di\nun salto di specie da animali a esseri umani. E ovviamente tanta parte della\ncolpa \u00e8 quella che, come specie, sappiamo di avere: lo sfruttamento intensivo\ndelle risorse, la sempre pi\u00f9 spinta erosione degli ecosistemi insieme a\nun\u2019altra serie di concause, hanno creato le condizioni ideali perch\u00e9 tutto ci\u00f2\nche \u00e8 avvenuto, finora, avvenisse. \u00c8 un \u201cmantra\u201d che molti di noi hanno\nascoltato, ma l\u2019articolo pone poi l\u2019accento, alla fine, su quella che dovrebbe\nessere vista (anche) come una reale occasione per cambiare:<\/p>\n\n\n\n “Un giornalista si \u00e8 avventurato qualche giorno fa ad offrire una risposta sull\u2019origine del Covid-19: \u201cIl coronavirus \u00e8 una vendetta della natura\u201d. Al fondo non gli manca una ragione. Nel 1981 Margaret Thatcher depose una frase per i posteri che rivelava il senso del progetto cui lei partecipava: \u201cL\u2019economia \u00e8 il metodo, l\u2019obiettivo \u00e8 cambiare l\u2019anima\u201d. La prima ministra non ingannava nessuno. Da tempo la ragione neoliberista ha convertito ai nostri occhi il capitalismo in uno stato di natura. L\u2019azione di un essere microscopico, tuttavia, non solo sta riuscendo di arrivare anche alla nostra anima, ma ha spalancato una finestra grazie alla quale respiriamo l\u2019evidenza di quel che non volevamo vedere. Ad ogni corpo che tocca e fa ammalare, il virus reclama che tracciamo la linea di continuit\u00e0 tra la sua origine e la qualit\u00e0 di un modo di vita incompatibile con la vita stessa. In questo senso, per paradossale che sembri, affrontiamo un patogeno dolorosamente virtuoso. La sua mobilit\u00e0 aerea sta mettendo allo scoperto tutte le violenze strutturali e le catastrofi quotidiane l\u00e0 dove si producono, ossia ovunque. Nell\u2019immaginario collettivo comincia a diffondersi una razionalit\u00e0 di ordine bellico: siamo in guerra contro un coronavirus. Eppure sarebbe forse pi\u00f9 esatto pensare che \u00e8 una formazione sociale catastrofica quella che \u00e8 in guerra contro di noi gi\u00e0 da molto tempo. Nel corso della pandemia, le autorit\u00e0 politiche e scientifiche dicono che sono le persone gli agenti pi\u00f9 decisivi per arginare il contagio. Il nostro confinamento \u00e8 inteso in questi giorni come il pi\u00f9 vitale esercizio di cittadinanza. Tuttavia, abbiamo bisogno di essere capaci di portarlo pi\u00f9 lontano. Se la clausura ha congelato la normalit\u00e0 delle nostre inerzie e dei nostri automatismi, approfittiamo del tempo sospeso per interrogarci su inerzie e automatismi. Non c\u2019\u00e8 normalit\u00e0 alla quale ritornare quando quello che abbiamo reso normale ieri ci ha condotto a quel che oggi abbiamo.<\/em><\/p>\n\n\n\n Ecco, quest\u2019ultima frase \u00e8 quella su cui\ndovremmo riflettere a livello collettivo. Come ha affermato Churchill: \u00abL’era\ndella procrastinazione, delle mezze misure, degli espedienti lenitivi e\nsconcertanti, dei ritardi sta per concludersi. Al suo posto stiamo entrando in\nun periodo di conseguenze\u00bb. Anzi, aggiungerei, ci siamo gi\u00e0 entrati \u2013 ma\nChurchill scriveva quello che scriveva per altre ragioni e nel 1936, quindi \u00e8\nscusato.<\/p>\n\n\n\n E invece? Invece i segnali sono tutti contrari: nessuno, tra quelli che contano, sembra aver riflettuto abbastanza nei due mesi di lockdown, sul modo in cui viviamo e anzi: si invoca da pi\u00f9 parti una ripartenza \u201cpi\u00f9 forte di prima\u201d. In un paese come il nostro dove ci sono 62 auto ogni 100 abitanti (avete letto bene: e gli abitanti sono da zero agli ultracentenari e il dato \u00e8 relativamente vecchio perch\u00e9 \u00e8 del 2017[2]) e siamo i primi in Europa (verrebbe da dire: per stupidit\u00e0), sui telegiornali nazionali si intervistano\u2026 i venditori di auto che non hanno battuto chiodo nel primo trimestre di quest\u2019anno (5mila auto vendute in tutto, a fronte delle 175mila nello stesso periodo dello scorso anno). <\/p>\n\n\n\n